"Proposte per nuove misure di contrasto alla povertà" - Relazione finale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 18/09/13

letto 1353 voltepubblicato il 24/09/2013 - 15:20 nel forum Forum generale, in L'Inclusione sociale con il progetto DIESIS

Il 18 settembre 2013 sono stati presentati i risultati del gruppo di studio appositamente istituito dal Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali per studiare nuove misure di contrasto alla povertà. La Relazione finale "Proposte per nuove misure di contrasto alla povertà" propone una nuova misura nazionale di contrasto alla povertà assoluta e all'esclusione sociale, il "Sostegno per l'inclusione attiva (SIA)", che potrebbe essere introdotta nel nostro sistema e che rappresenterebbe un'evoluzione naturale delle sperimentazioni già avviate con la Carta acquisti (Social card).

Il Sostegno per l'inclusione attiva (SIA) ha l'obiettivo di permettere a tutti l'acquisto di un paniere di beni e servizi ritenuto decoroso sulla base degli stili di vita prevalenti.

Come chiarito dal Ministro Enrico Giovannini nel suo intervento alla Conferenza stampa di presentazione della Relazione finale, il SIA rappresenta una proposta aperta al dibattito pubblico, non immediatamente operativa, che sarà presto proposta al Parlamento, con l'obiettivo di inserirla nella prossima legge di stabilità.

Il SIA è una misura che vuole rispondere alla Raccomandazione del 2008 della Commissione Europea a tutti gli Stati membri di adottare una strategia d’inclusione attiva, articolata sui tre pilastri del sostegno economico, di mercati del lavoro inclusivi e di servizi personalizzati e alla Raccomandazione specifica all’Italia nell’ambito della Strategia Europa 2020 di aumentare gli sforzi nella lotta alla povertà.

La misura proposta è pensata come un patto di reciproca responsabilità tra il beneficiario e l’amministrazione pubblica, che si impegna a offrire adeguati servizi di accesso e di sostegno a fronte del sostegno economico alle persone in condizione di povertà. Il SIA tiene in considerazione le risorse economiche del nucleo familiare, prevede un percorso di attivazione economica e sociale dei beneficiari e presenta il carattere dell'universalità.

Non si tratta di un reddito di cittadinanza (rivolto cioè a tutti indistintamente), ma di un sostegno rivolto ai poveri, identificati come tali da una prova dei mezzi basata su soglie patrimoniali calcolate tramite l’ISEE.

L’ammontare dell’erogazione monetaria alle famiglie beneficiarie del SIA vuole essere pari alla differenza tra la misura delle loro risorse economiche e il livello di riferimento, stabilito per legge per identificare la condizione di povertà. All’INPS si prevede di demandare l’erogazione del beneficio, che potrebbe anche essere effettuata mediante una carta di debito, mentre sul territorio la regia sarà assegnata ad un’aggregazione distrettuale dei Comuni (ad es. gli Ambiti socio-assistenziali) per gli aspetti legali ad accesso, presa in carico, accertamenti, patto con l’utente, avvio di percorsi di attivazione sociale, gestione della condizionalità, in collaborazione con Centri per l’impiego, istituzioni scolastiche, Asl, altre amministrazioni pubbliche, Terzo Settore e altri soggetti territoriali privati. Fondamentale nell’organizzazione di questi servizi sarà il ruolo delle Regioni.

La Relazione rileva come l’Italia sia tra i pochi grandi Paesi europei a non avere una misura di questo tipo. Finora vi sono state sperimentazioni in poche regioni ed è operativa solo qualche misura locale (Valle d’Aosta, provincie di Bolzano e Trento; alcuni comuni, soprattutto nel Centro-nord). Le uniche misure nazionali di contrasto alla povertà sono di modesta portata rispetto ai bisogni, di natura categoriale e riguardano gli anziani (pensioni e assegno sociale) e le persone con disabilità (pensione d’invalidità civile).

Lo studio sottolinea come nel complesso l’Italia investa poco efficacemente risorse per la lotta alla povertà e soprattutto in misura sensibilmente inferiore alla media dei paesi comunitari.