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Inclusione socio-lavorativa delle persone private della libertà

Il Gruppo ha l'intento di approfondire la tematica della inclusione socio-lavorativa dei detenuti ed ex detenuti, in una logica di confronto con esperienze maturate in altri contesti europei.

Nel corrente ciclo di attuazione (2007-2013) del Fondo Sociale Europeo (FSE) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) risorse dei Programmi Operativi Regionali sono state dedicate alla realizzazione di interventi per l’inclusione sociale delle persone provate della libertà personale.

Diverse Regioni hanno avviato iniziative per il reinserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale ma, a fronte di una notevole vivacità del panorama italiano in questo ambito, le buone prassi non arrivano a fare sistema.

Va ricordato che, sebbene sia doveroso muoversi nella prospettiva testé indicata, difficilmente il nostro sistema penitenziario potrà offrire un’adeguata occupazione in mansioni lavorative alla gran massa dei detenuti. In questo senso, resta indispensabile agire contestualmente per una trasformazione delle condizioni di vita nelle carceri, sviluppando attività di diverso tipo rivolte all’esterno della cella, in modo che questa cessi di essere il luogo in cui i reclusi passano quasi tutta la giornata segregati, senza far nulla. Ciò richiede, evidentemente, anche un’azione incisiva di riforma degli spazi interni degli istituti di pena.

Il Gruppo dà conto delle attività realizzate nel corso del progetto DIESIS in termini di iniziative di scambio interregionale e transnazionale. La prospettiva è intensificare la collaborazione tra le amministrazioni dello Stato ai diversi livelli territoriali, anche in vista dell’imminente inizio della politica europea di coesione 2014-2020, nella quale le questioni della povertà e dell’inclusione sociale attiva riceveranno una forte ed inedita attenzione.

Referenti

Susanna Costantini

InnovatoriPA

La rete per l'innovazione nella Pubblica Amministrazione Italiana

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