Intervista a Guido Melis: trasparenza, corruzione, criminalità

letto 1473 voltepubblicato il 10/12/2011 - 08:53

Guido Melis è deputato del Partito Democratico, membro della commissione giustizia, studioso e docente della Pubblica Amministrazione.
Lunedì 12 dicembre, alle ore 18,30, insieme a Guido Papalia, procuratore generale della Corte d’Appello di Brescia, interviene all’incontro sul tema "Trasparenza, competenze e legalità per contrastare corruzione, clientelismo e criminalità”. L’incontro, presieduto da Franco Bonfante, si terrà a Verona presso la sala Liston 12, piazza Bra 12.

E’ finita un’epoca ma rimangono gli effetti devastanti, causati da Silvio Berlusconi, dal suo gigantesco conflitto di interesse, dalle sue norme salva-corrotti, dagli atteggiamenti (parole ed opere) della sua classe dirigente. Come eliminare adesso i condizionamenti che ne derivano sulla società e intraprendere un cammino opposto, di solidarietà, trasparenza e onestà?
In effetti è probabilmente finito Berlusconi come leader, ma non hanno cessato di produrre i loro effetti tossici le macerie lasciate dal berlusconismo in quanto ideologia di massa. Capiremo col tempo quanto è cambiata, nell’Italia degli ultimi 20 anni, l’etica pubblica, come è stata modificata in peggio la soglia stessa della morale collettiva. Il berlusconismo, innestandosi in un’antica debolezza dell’Italia unita (poco senso dello Stato, familismo, persistenza delle reti clientelari), ha abbassato ancora di più le autodifese contro la corruzione, resi leciti comportamenti prima bene o male isolati dal giudizio dell’opinione pubblica, favorito il dilagare nel Paese non solo della grande ma anche della piccola corruzione. La stampa locale è fitta di esempi: il professore che vende gli esami magari per sesso, la segretaria di una scuola media che saccheggia la cassa scolastica credendo di farla franca, l’imprenditore che truffa il fisco e paga in nero i dipendenti, il politico locale che intasca la bustarella per il piccolo appalto, l’affittacamere che sfrutta gli immigrati, il ristoratore che offre la cena ai militi della guardia di finanza purché chiudano un occhio ... E’ un panorama desolante, ma ancora più desolante è che un tempo questi fatti generavano, venendo alla luce, la condanna della collettività, mentre oggi incontrano una specie di tolleranza, che qualche volta scade in comprensione e persino in complicità occulta. “Il mondo è dei furbi”, si dice. “Beato lui che c’è riuscito, magari potessi farlo anche io”. Nessuno pensa che ogni reato di questo tipo (perché si tratta di reati, penalmente rilevanti) danneggia in realtà la collettività stessa, e quindi grava sulle tasche di noi tutti.
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