AAA CERCASI OPEN GOV: ovvero la Partecipazione, la Trasparenza, le buone pratiche di Governo aperto anche con l'uso delle tecnologie.

letto 1772 voltepubblicato il 05/06/2012 - 08:01

Questo è un momento cruciale per la PA: a breve (anzi, sembrano rimandati a fine agosto) verranno pubblicati i decreti DIGITALIA, con tutte le innovazioni che nella Cabina di Regia sono state proposte, discusse, coordinate e scelte, che segneranno la fine di un'epoca per la PA e il passaggio definitivo alla gestione tecnologica delle attività degli enti.
Un passaggio così importante per il quale non tutti pensano di essere pronti, anche a causa delle tante opportunità che la tecnologia offre e che spesso sono “mascherate” da termini e inglesismi che possono creare panico tra i decisori di un ente pubblico.
Smart City, Open Data, Cloud e dunque Open Gov...in realtà sono cose molto più “semplici” da capire di quanto possa sembrare.
Per quel che riguarda l'Open Gov , ad esempio, non siamo sicuri che non esista già, come un embrione ben consolidato di esperienze di partecipazione attiva dei cittadini alle scelte di governo?
Magari esistono consulte, forum di giovani, addirittura consigli comunali fatti dai giovani, sono in essere mailing list con le associazioni che partecipano a qualche progetto, o, come nel caso del Comune di Capannori, un progetto di Bilancio partecipato.
Ecco, stiamo cercando proprio esperienze di questo tipo, perché quando si parla di Open Government non è detto che sia una prerogativa dei paesi e dei governi “tecnologicamente evoluti”, da cui di solito prendiamo esempi e progetti.
Le ragioni per cui altrove sia più facile che qui applicare politiche di Open Gov spesso risiedono in fattori che non vengono sempre considerati. Se si pensa all'esemplare Action Plan della Repubblica della Georgia, presentato al Open Gov Partnership di Brasilia lo scorso marzo, tra cui mi piace ricordare “il portale del cittadino” () nel quale un qualunque cittadino georgiano inserendo il proprio ID della carta d'identità può fare qualunque operazione, atto, documento che presupponga l'uso dell'ente pubblico (certificati, autorizzazioni ecc) si dimenticano caratteristiche geopolitiche che hanno permesso tale semplificazione: ovvero la nascita della repubblica in tempi recenti (2003) e il numero di abitanti della nazione (poco più di 6 milioni).
In un paese come il nostro, avvolto da leggi e norme che regolano il diritto pubblico tutto è e sarà molto più difficile in questo senso, eppure di buone pratiche ce ne sono lo stesso.
Anche Ernesto Belisario e Stefano Epifani hanno lanciato l'appello e chiunque conosca buone pratiche di partecipazione e trasparenza di PA può farle conoscere. E segnalarle anche nei commenti.

Francesca Sensini