Cloud Computing Summit per la Pubblica Amministrazione
“La crisi si affronta con l’innovazione”: queste le parole antisonanti di Franco Bassanini di Astrid che introduce il Cloud Computing Summit per la Pubblica Amministrazione tenutosi lo scorso 29 novembre a Roma. Secondo l’opinione di molti, la crescita del nostro Paese si fa o, meglio, si farà attraverso le tecnologie digitali. La maturità delle tecnologie, la spinta da parte dell’Unione Europea e l’esigenza di spending review spingono l’ecosistema verso l’adozione di un nuovo paradigma in grado di rispondere a molte delle esigenze e/o problematiche ricorrenti in questi ultimi anni: attraverso il Cloud Computing, l’innovazione, intesa come trasformazione del modo di fare, non solo l’IT, ma tutti i processi della PA diventa possibile. In questo contesto, l’infrastruttura informatica diventa strategica e strumento per aumentare la competitività del sistema Paese. L’idea di cambiamento e di una trasformazione profonda, però, da sole non sono sufficienti. È necessario, prima di tutto, una riorganizzazione della PA che passi attraverso la razionalizzazione dell’infrastruttura, che a oggi conta oltre 4000 Data Center e delle applicazioni: non è possibile, infatti, innovare e usufruire dei servizi Cloud se vi è un patrimonio informativo frammentato e disomogeneo (es. non esiste un’unica anagrafe). In secondo luogo, è indispensabile, da un lato ripensare i processi della PA e semplificarli, dall’altro fare formazione sulle tematiche IT (non solo sulle tematiche di sicurezza – awareness security), riqualificare le competenze e sfatare i miti (debunking mith). Parallelamente, è essenziale sviluppare unagovernance che, al contrario di quanto fatto finora, parta dal basso e valorizzi le best practices esistenti – perché ne esistono, e incentivi il riuso: interoperabilità, networking (interconnessione) e collaborazione diventano allora parole d’ordine per una visione sistemica dei progetti nazionali, ma anche internazionali. Data quindi la strategicità e l’ottica di lungo periodo che un processo di innovazione richiede, è fondamentale, infine, definire una roadmap che parta dal consolidamento della rete (must), preveda poi la razionalizzazione e lo “svecchiamento” dell’infrastruttura e, per ultimo, crei nuovi servizi che valorizzano la funzione di utilità dei cittadini e degli utenti finali, che siano cittadini, imprese o enti pubblici, in conformità con l’importanza della creazione delle città intelligenti (smart cities). Una giusta governance e una roadmap chiara sono l’incentivo che oggi manca a una più ampia diffusione del Cloud, che oggi, invece, è frenata e rallentata spesso da falsi miti. L’implementazione verrebbe poi accelerata da una filiera ICT, i cui attori, se qualificati, saranno inseriti nella Nuvola Certificata Nazionale, volta proprio a raccogliere quei fornitori di servizi Cloud in grado di erogare servizi e strutture agli enti della PA. Il monitoraggio dell’avanzamento dei progetti, in termini di tempo e performances, permetterà, infine, una maggior trasparenza degli stessi e abiliterà, attraverso la raccolta dei dati e l’Open Data un dialogo con tutti i cittadini, che usufruiranno di servizio di qualità, indipendentemente dal luogo in si trovano.