Quando una comunità non è una comunità di pratiche... cosa è

letto 8137 voltepubblicato il 28/10/2008 - 10:37 nel blog di Salvatore Marras, in Comunità di pratiche e reti sociali

Non voglio scrivere un trattato, ma semplicemente riflettere su come tracciare una linea di confine semplice tra quelle che, dentro InnovatoriPA, possiamo considerare comunità di pratiche in senso stretto (nella accezione di Wenger) e le altre forme di aggregazione.
Vado a memoria e, semplificando, mi sembra che gli ingredienti essenziali possono essere:
- un dominio definito;
- esperienze pratiche comuni;
- volontà di condividere la conoscenza.
Possono esserci gruppi, che pur non possedendo tutti questi requisiti insieme, costituiscono un gruppo coeso e finalizzato. Penso a comunità di tipo professionale (persone che nella PA svolgono lo stesso lavoro) o di interesse (hanno in comune il bisogno di acquisire le stesse competenze) o territoriali (magari con interessi contrapposti operano nella stessa città o regione).
La discriminante principale mi sembra che si possa vedere nella volonta di condividere la conoscenza. In altri termini essere comunità di pratiche è, innanzitutto, una volontà e un obiettivo condiviso da tutti i membri.

Poichè questa riflessione non si può concludere in 10 righe. La mia proposta è di discuterne all'interno del gruppo (non è ancora una comunità) comunità e reti sociali.

5 commenti

cettina ventimiglia

cettina ventimiglia03/01/2009 - 18:23
ed io in tutto questo.... dove sto? Buon 2009 cettina ventimiglia
Marcello Testi

Marcello Testi10/12/2008 - 01:34
Penso da un paio di settimane a questo post, che è uno dei primi che ho letto quando sono arrivato qui. Provo ad aggiungere una provocazione (tenete conto che viene da uno che 3 anni fa ha fatto un piccolo studio sulle CoP e poi non ha avuto occasione di lavorarci sopra, pur mantenendo vivo l'interesse). E se la costruzione teorica di Wenger stesse perdendo qualche pezzo? A me sembra che il classico "triangolo" che definisce le CoP nasconda un non-detto che pesa come un macigno: il fattore tempo. Il concetto stesso di "coltivazione" ci rimanda a cicli stagionali o di diversi anni. Ma, ripensando un attimo alle date, è cambiato qualcosa nella percezione e nell'utilizzo del tempo dal 1991 a oggi? Io credo di sì, e queste mutazioni hanno avuto un impatto notevole anche sulle dinamiche di aggregazione sociale e sul formarsi di comunità. La mia provocazione, quindi, consiste nel suggerire di spostare l'attenzione dai confini denotativi delle CoP al tentativo di descrivere forme mutevoli e sfuggenti di aggregazione. Come per la proposta iniziale, non si può pensare di risolvere la questione in 10 righe, però mi interessa sapere come la pensate in proposito ed eventualmente tornare sopra questi concetti per elaborarli in modo più articolato.
Imma Citarelli

Imma Citarelli23/12/2008 - 13:43
...mmhh il fattore tempo credo giochi sempre un ruolo determinante sulle dinamiche di aggregazione sociale in rete. Sicuramente la facilità di attivare e gestire i processi grazie ai nuovi (ma sono ancora nuovi?) strumenti e tecnologie, ha ridotto i tempi necessari alla socializzazione e aggregazione intorno a temi e domini di comune interesse,il ciclo di vita può esserne influenzato, ma non so se abbia davvero impattato sulla struttura delle CoP e su i suoi elementi costitutivi. Forme di aggregazione più svariate, gruppi legati da interessi e /o obiettivi comuni, a prescindere se sono gestiti o meno attraverso tecnologie internet, possono senz'altro concorrere al successo e alla vitalità di una CdP, lo scambio di conoscenze e informazioni costituiscono la linfa che anima e nutre ogni comunità, e l'appartenere a delle comunità è essenziale per portare nei gruppi e aggregazioni più disparate le pratiche e le conoscenze che la comunità sviluppa. Credo che tra gruppi e social network di vario genere e le comunità c'è uno scambio simbiotico e una complementarità utile a entrambi le fattispecie, ma non credo che l’uno soppianti l’altro o viceversa…tu hai esperienze che vanno in altra direzione? E' un tema interessante da esplorare...facci sapere!
Imma Citarelli

Imma Citarelli24/11/2008 - 13:17
Quando una Comunità non è di pratiche cos’è?…in effetti inizialmente il concetto di CoP (coniato da Wenger e Lave nel 91) sembrava poter comprendere con questo termine qualsiasi tipo di gruppo, forma di aggregazione sociale che nasce intorno ad un interesse comune (a prescindere che il gruppo fosse virtuale o meno) come gruppi di lavoro legati a progetti, gruppi tematici, gruppi di apprendimento. Nella definizione di Wenger infatti si legge: “Communities of practice are groups of people who share a concern or a passion for something they do and learn how to do it better as they interact regularly”. Ma, come lo stesso Wenger ha spiegato, solo se tutti e tre gli elementi citati da Salvatore, sono presenti in un gruppo si può parlare di CoP. Ma se è abbastanza chiaro cos’è una COP (un gruppo di persone che condivide un dominio, un’identità e delle pratiche) è pur vero che non tutte le comunità sono comunità di pratiche. Ciò che accomuna tutte le comunità è senz’altro l’interazione, la volontà di confrontarsi e discutere con altri dei propri interessi, del modo per migliorare il proprio lavoro e se stessi, di imparare dagli altri. Ma cosa differenzia una comunità di pratiche da altre tipologie di comunità? Una comunità di pratiche è differente da una comunità di apprendimento, da una comunità professionale o da una comunità di interessi? In teoria la differenza può essere ricercata negli obiettivi principali che le Comunità perseguono. In tal senso le comunità di pratiche hanno l'obiettivo di risolvere problemi di ordine pratico attraverso lo scambio di esperienze, la diffusione di know how e strumenti. Le comunità di apprendimento hanno l'obiettivo di acquisire specifiche conoscenze e competenze attraverso attraverso tutoriali, aule (virtuali e reali) esercitazioni e verifiche dell'apprendimento, valutazione. Le comunità professionali raggruppano individui con identità professionali (o ruoli organizzativi) analoghe ed hanno l'obiettivo di migliorare il lavoro e le prestazioni professionali attraverso la condivisione di conoscenze e competenze attinenti lo svolgimento della professione. Ma se concordiamo con Wenger nell’affermare che tra pratica e apprendimento non c’è distinzione possiamo concludere che tutte le comunità di pratiche sono anche comunità di apprendimento? Le comunità professionali non possono considerarsi anch'esse di pratiche? Di seguito qualche esempio di comunità di pratiche coltivate da sapienti tutors Formez dove apprendimento e pratica s’intrecciano… http://spi.formez.it/extranet_spi_centronord.html http://europa.formez.it/rete_informatori.html http://sviluppolocale.formez.it/extranet_comunita_adsl.html http://sanita.formez.it/extranet_formatori_sanita.html Per approndimenti e spunti sulle CoP vi suggerisco di partire da qui! http://www.ewenger.com/theory/
Gianluigi Cogo

Gianluigi Cogo28/10/2008 - 23:50
Salvatore, quelle che ho annaffiato io sono coerenti con il tuo disegno e sono casi di successo: http://webeconoscenza.blogspot.com/2008/10/comunit-di-pratiche-la-sfida-...