Servizi online e web 2.0
Mi piacerebbe, con questo post, avviare una discussione sul tema dei servizi online per i cittadini, che ha fatto molto discutere quanti hanno partecipato a "Occasione perduta?La società dell'informazione e della conoscenza in un paese normale" e hanno letto il contributo di Carlo Mochi Sismondi sul fallimento della politica dell'e-government in Italia.
Lo faccio partendo da una considerazione che condivido, nell'analisi di Carlo e da alcuni dati:
- la maggior parte dei servizi online attivati dalle amministrazioni pubbliche non sono di interesse per i cittadini mentre i servizi di vera utilità non possono essere disponibili per mancanza di una reale interoperabilità tra i vari livelli di governo centrale, regionale, locale. Servirebbe invece avere più interazione, più democrazia e informazione nei siti web istituzionali.
- secondo il Rapporto Netics 2008 sulle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni (ICT) nelle Regioni e Province Autonome, la spesa complessiva per ICT nelle Regioni italiane (Sanità compresa) supera l'1,1 miliardi di euro.
A livello medio nazionale, nella ripartizione della spesa ICT di Regioni e Provincie Autonome, circa il 12,38% dei finanziamenti è destinato ai servizi online per cittadini e imprese, realizzati prevalentemente con progetti di e-government cofinanziati dallo Stato.
Sempre secondo il Rapporto Netics 2008, si tratta di una spesa destinata a crescere, visto che 18 enti su 21 hanno dichiarato di voler aumentare nel triennio 2009-2011 gli interventi a favore degli Enti locali e i servizi online.
Il sistema regionale e locale sembrerebbe quindi, alla luce di questi numeri, il punto di ripartenza migliore per l'innovazione e l'egovernment in Italia: con quali strategie e per perseguire quali obiettivi, credo ci siano altre sedi e persone molto più competenti di me in grado di spiegarlo.
Da quello che posso vedere è sicuramente il contesto di maggiore sperimentazione di servizi innovativi, dove censire le eccellenze ma anche le "cattive pratiche": perchè non cominciare a farlo, se è vero che si impara di più dagli errori che dai successi?
E' ancora questo il livello di governo nel quale vorrei cercare esempi di siti web istituzionali che incoraggiano la partecipazione e l'interazione dei cittadini utilizzando gli strumenti già disponibili in Rete grazie al Web 2.0.
Per avviare la discussione vi invito a visitare il portale della città di Torino: http://www.comune.torino.it/
Oltre agli strumenti più tradizionali di accesso ai servizi amministrativi, la Redazione web città di Torino ha scelto di introdurre alcuni servizi web 2.0 con l'obiettivo di migliorare l'esperienza degli utenti nel fruire dei servizi online e accrescerne l'interattività.
L'elenco e una breve presentazione dei servizi web attivi lo trovate cliccando su Torino 2.0 : tra tutti, vi segnalo TaggaTO il servizio che permette agli utenti del portale di etichettare le pagine web con la parola (anche più di una) che meglio ne identifica i contenuti, a prescindere dal sistema di classificazione utilizzato dall'amministrazione. I tag sono liberamente consultabili e condivisibili tra gli utenti registrati, secondo la logica del social bookmarking (avete presente Del.icio.us ?).
Non so a voi, a me questo sembra un eccellente esempio di incentivo alla partecipazione e di inclusione dei contenuti generati dall'utente all'interno di un portale istituzionale: quanto sia apprezzato dai torinesi, potete farvene un'idea andando a vedere le statistiche del sito.
E' questa la direzione?L'e-Gov che funziona deve puntare sull'interazione e il web 2.0?
- Blog di Laura Manconi
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