Buone pratiche?No, grazie!
Sempre di più, si sta affermando in Italia e non solo, un vasto movimento d'opinione contro le "buone pratiche" intese in senso classico (progetti, politiche, iniziative, azioni ed esperienze alle quali si attribuisce la capacità di contribuire a migliorare l'intervento pubblico, nei diversi livelli di governo).
Di recente, anche a seguito di alcune delle iniziative assunte dal Ministro Brunetta, si è discusso nei giornali e su web, sulla utilità di portare avanti nuove strategie di modernizzazione della PA basate sulle buone pratiche.
Ho provato, per pura curiosità, a fare una ricerca su Google: il risultato è stato di 561mila pagine di siti web in italiano che rimandano, nella maggior parte dei casi, ad archivi online di buoni esempi censiti e rigorosamente classificati nei settori più vari.
Utilizzando lo stesso criterio per le cattive pratiche, si ottengono "solo" 273mila pagine, nessuna però che rimandi a siti nei quali "apprendere dagli errori" ma piuttosto orientate alla denuncia di comportamenti potenzialmente dannosi o di cattive pratiche aziendali.
Quello che invece ci si aspetterebbe e che tutti penso, riterrebbero utile trovare, sono degli archivi, altrettanto strutturati dei primi, su progetti e iniziative "sbagliate", classificati e analizzati per evidenziare gli errori da non ripetere e quindi utili a condividere una conoscenza concreta, necessaria per chi nella PA deve compiere delle scelte o valutare delle idee progetto.
Non credo dipenda dalla assenza di "bad practices" in Italia (chiunque di noi ne potrebbe citare diverse...) quanto dalla naturale resistenza di ciascuno (e delle organizzazioni) a raccontare pubblicamente gli errori e le cose che non hanno funzionato, nel proprio campo lavorativo.
E' anche risultato di un condizionamento culturale (vogliamo tutti imparare dai migliori) e dalla disponibilità di risorse finanziarie sia nazionali che comunitarie, da destinare al censimento dei buoni esempi, alla realizzazione di cataloghi online o a viaggi e iniziative per lo scambio di esperienze (il turismo delle buone pratiche...).
Ci sono però degli esempi su web (non italiani, almeno io non ne ho trovato!) di risorse online dedicate a chi vuole imparare dagli errori e ve le segnalo come elementi di riflessione per una futura raccolta di "nostre" cattive pratiche:
- Ten tips for giving a bad practice talk;
- Worst Practice Guide .... to help best practice for Energy and Environmental Management;
- Blog di Laura Manconi
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2 commenti
Buone o cattive, meglio nuove pratiche!!
Ciao Bernardino, in effetti