Innovazione
Condivido anche qui una modestissima riflessione che quasi mi obbliga a chiarire il significato di "innovazione". Nulla di assoluto, solo un contributo sul tema.
E' anche una piccola risposta per i discenti del progetto Linea Amica che, grazie al lavoro dei colleghi del Formez stanno transitando qui nel nostro spazio collettivo, i quali, alla fine di ogni lezione mi chiedono: come si può fare?
Non ho una risposta sempre pronta. Ma porto esempi, spingo all'emulazione e spesso insisto sul cambiamento dei modelli organizzativi.
Enjoy
In un paese depresso dove la mediocrità non ha limiti, sento parlare sempre più spesso di innovazione e di innovatori.
Forse è il caso di meditare un po’ e non lasciarsi travolgere dall’entusiasmo e dalla passione. Non bastano questi elementi per innovare e per cambiare. Non basta nemmeno farsi pervadere ogni giorno dall’ultima tecnologia digitale. L’inovazione non è solo tecnologia.
Ecco il punto, dolente. Ogni smanettone abile, curioso e appassionato di tecnologia si erge ad innovatore. E spesso si spaccia pure per esperto della materia.
Senza scomodare i dizionari ufficiali, basta dare un occhiata alla nostra cara Wikipedia per rendersi conto che l’innovazione è una filosofia complessa che si attua solamente cambiando i processi organizzativi e non solo: “..Innovazione è una’attività di pensiero che, elevando il livello di conoscenza attuale, perfeziona un processo….”.
L’innovazione non è “rinnovamento tecnologico”. L’innovazione non è “adeguamento tecnologico”. L’innovazione non è “predisposizione tecnologica”. E lo sottolineo ancora, perchè la maggiorparte dei cenacoli, dei social network tematici, dei blog che argomentano sul tema, continuano a confondere il costante e obbligato rinnovamento tecnologico, con l’innovazione.
Purtroppo, da che mondo è mondo, le organizzazioni, siano esse complesse come le aziende, estese come gli ecosistemi, semplici come le famiglie, naturali come le società civili, tendono a non innovare, anzi, a conservarsi.
L’innovazione, infatti, si contrappone sempre più spesso alla conservazione e la conservazione non è quasi mai ideologica. Molto spesso è puro opportunismo. E’ difesa ad oltranza.
Scrivo queste note, principalmente per i miei discenti del corso Linea Amica, ma non solo. Credo, infatti, che un bagno di umiltà sia doveroso da parte di tutti quelli che confondono il buon uso degli strumenti con l’innovazione.
Mai, o quasi, la tecnologia ha cambiato in meglio le organizzazioni. Certamente ha contribuito a cambiare gli stili di vita, ma le organizzazioni hanno comunque resistito e si sono autodifese.
Come afferma spesso l’amico Giacomo: “per innovare, bisogna cambiare i modelli organizzativi interni alle organizzazioni” e, aggiungo io: “non basta la cosmetica”!
La sfida vera, dunque, è innovare i modelli organizzativi e l’unica ricetta è quella di diminuire i livelli di mediazione. Le organizzazioni sono basate su schemi piramidali, dove i ruoli e le competenze diventano rendite da posizione e opportunismi inattaccabili.
Gli stolti sono ancora propensi a iniettare pura tecnologia nelle organizzazioni resistenti. Non serve a nulla, anzi, spesso genera ulteriore spesa a beneficio di pochi e senza alcun beneficio per l’organizzazione intesa come “sistema”.
Innovare i processi richiede pazienza. E’ una sfida dura che non si vince facilmente. Innovare i processi significa assumere dei rischi, passare spessissimo dalla ragione al torto.
Chi prova a innovare le organizzazioni è visto spesso come un disubbidiente e un antagonista perchè non riesce ad adattarsi e, soprattutto, a sfruttare le opportunità che, io leggo come “opportunismi”.
Spesso i miei discenti mi chiedono un metodo, mi chiedono quale sia la chimica giusta. Purtroppo non sono uno stratega, ma ho fatto mie due massime: A) Non si può vincere sempre.
B) Come diceva il mahatma Gandhi: NON PREOCCUPARTI SE TI SEGUONO, TU INIZIA A CAMMINARE!
- Blog di Gianluigi Cogo
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7 commenti
Competenza
allora son d'accordo con
open data , open government,
Organizzazioni
COMPETENZA
Basterebbe
ciao Gigi,questo è un bel