Il nuovo CAD (Codice Amministrazione Digitale) per la nuova PA...speriamo che le norme bastino

letto 12520 voltepubblicato il 22/02/2010 - 15:46 nel blog di domenico pennone

Il Consiglio dei ministri su proposto del ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta ha approvato il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (Cad). Il nuovo testo sostituisce il vecchio codice scritto ormai cinque anni or sono.
Molte le novità, innanzituto l’istituzione di un ufficio unico responsabile delle attività Ict.
Il Cad dovrebbe, nelle intenzioni, spianare la strada alla razionalizzazione organizzativa e informatica dei procedimenti, in primo luogo, attraverso l’introduzione del protocollo informatico e del fascicolo elettronico. La PA, per il Ministro, può avviarsi adesso verso la completa semplificazione dei rapporti con i cittadini e con le imprese attraverso l’introduzione di forme di pagamenti informatici, lo scambio di dati tra imprese e Pa, la diffusione e l’uso della Pec, l’accesso ai servizi in rete, l’utilizzo della firma digitale, la dematerializzazione dei documenti e l’arricchimento dei contenuti dei siti istituzionali in termini di trasparenza; la sicurezza e lo scambio dei dati attraverso la predisposizione, in caso di eventi disastrosi, di piani di emergenza per garantire la continuità operativa nella fornitura di servizi e lo scambio di dati tra Pa e cittadini.
Una volta completato l’iter di approvazione, il decreto legislativo dovrebbe, sempre a parere di Brunetta, avviare un processo che consentirà di avere entro i prossimi 3 anni (in coerenza quindi con il piano e-Gov 2012) un’amministrazione nuova, digitale e priva di burocrazia inutile.
Le prosssime scadenze: entro 3 mesi le pubbliche amministrazioni utilizzeranno soltanto la Posta elettronica certificata (Pec) per tutte le comunicazioni che richiedono una ricevuta di consegna; entro 4 mesi individueranno un unico ufficio responsabile dell’attività di Ict; entro 12 saranno emanate le regole tecniche che consentiranno di dare piena validità alle copie digitali dei documenti informatici.
Il cittadino comunicherà una volta sola i propri dati alla PA centrale: sarà onere delle amministrazioni in possesso di tali dati assicurare, tramite convenzioni, l’accessibilità delle informazioni alle altre amministrazioni richiedenti.
Speriamo proprio che questa volta le nostre norme, come sempre molto avanzate, aprino relamente la strada al cambiamento della PA.

11 commenti

profilo vuoto

profilo vuoto15/06/2010 - 09:08
Buongiorno a tutti, volevo segnalare un documento importante, che insieme ad alcuni colleghi ANORC, abbiamo redatto per proporre alcune modifiche al CAD ripensato dal disegno di legge. Abbiamo fatto del nostro meglio (in una decina di giorni abbiamo riunito un tavolo di lavoro e redatto una proposta) per salvagurdare quanto di buono ed innovativo c'è nel nuovo CAD, ma soprattutto abbiamo tentato di evitare che passino delle modifiche che andrebbero solo a complicare ulteriormente la dematerializzazione e la gestione di flussi documentali elettronici. www.anorc.it/documenti/Proposta_di_revisione_testo_modifica_CAD.pdf Ciao!
Giovanni Damiano

Giovanni Damiano10/03/2010 - 12:54
Diversi colleghi si interrogano su dove e come reperire il nuovo CAD. In realtà quello approvato dal Consiglio dei Ministri è uno schema di Decreto Legislativo e non il Decreto legislativo vero e proprio di modifica del CAD. Nella fattispecie la Legge Delega n° 69 del 18 giugno 2009 all'art. 33 delega il Governo ad adottare, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con i Ministri interessati, uno o più decreti legislativi che recepisca alcuni princìpi e criteri direttivi specifici di aggiornamento del testo del CAD del 2006. L'iter legislativo prevede che lo schema approvato, poiché avente ad oggetto materia di competenza delle Regioni e degli enti locali, venga esaminato anche dalla Conferenza unificata. Altresì è necessario che si esprimano anche il Garante per la protezione dei dati personali e le Commissioni parlamentari interessate per materia. Solo al termine di questo iter, non così breve e scontato, lo schema di decreto verrà definitivamente deliberato dal Consiglio dei Ministri e presentato al Presidente della Repubblica per l’emanazione (almeno venti giorni prima della scadenza del termine fissato dalla Legge di delega: fine anno).
Daniela Malusa

Daniela Malusa01/03/2010 - 15:19
Anch'io sono in attesa di vedere questo nuovo codice e spero che mi chiarisca un dubbio che mi sta "tormentando" da mesi... Se un cittadino mi chiede copia conforme di un documento elettronico firmato digitalmente io cosa gli do? Anche se noi siamo "digitalizzati" niente obbliga il cittadino ad esserlo... Daniela
Marco Ceccarelli

Marco Ceccarelli23/03/2010 - 01:27
Salve, alcuni suggerimneti: - art. 23 comma 2bis del CAD - codici bidimensionali per capirci quelli usati nella Gazzetta ufficiale , altro esmpio qui :http://www.secure-edge.com/rassegnastampa/Comuni_e_timbro_digitale.pdf Nonsi capisce comunque perchè anche nel testo del nuovo CAD non ve ne sia traccia. Su questi ed altri temi,vi invito a leggere il mio articolo pubblicato qui : http://www.aidainformazioni.it/pub/ceccarelli122010.html Marco Ceccarelli
Salvatore Agostino Aiezza

Salvatore Agostino Aiezza01/03/2010 - 17:58
Ciao Daniela. Io ho ripetuto più volte questa importante affermazione che tu fai. Infatti possiamo raggiungere il massimo della perfezione "digitale" ma mai niente potrà obbligare i cittadini a fare altrettanto con il grande rischio,non so' se da qualcuno messo in conto,di una grande spaccatura tra amministrazioni altamente specializzate e informatizzate a tutti i livelli e reale impossibilità di accedere da parte di tutti ai servizi. Occorre,è evidente,una grande opera di formazione degli Italiani (non solo quelli che la apprendono tra i banchi di scuola,ma per chi la scuola l'ha abbandonata da tempo) Nella nostra piccola esperienza il "ritorno" tramite la rete e il web dei servizi offerti in tal modo all'utenza non supera il 30%. Non c'è da stare allegri! Ma,dirò di più e sono ancora una volta d'accordo con Daniela sull'istituzione di un registro per chi vuole utilizzare la PEC. Questa mancanza di idonea formazione al "popolo" allorquando sarà capillarmente diffusa la PEC specie se sarà obbligatoria comporterà tanti problemi a chi non è abituato a questi sistemi di comunicazione perchè tanti,purtroppo,non hanno ancora ben capito che la PEC significa anche assunzioni di responsabilità che possono sfociare in attribuzioni o commissione di illeciti con conseguenze penali,civili,amministrative (ed economiche!) Ripeto: Facciamo le cose,ma facciamole per bene e non all'italiana maniera e dopo....di chi è stata la colpa?!?!?!
Daniela Malusa

Daniela Malusa25/03/2010 - 08:18
Per non parlare poi che tanti confondono la posta certificata con la firma digitale. E la firma digitale? ne esisto di vari tipi e di varie forme ...e la firma debole e il certificato di firma e il certificato di autenticazione .. la firma può essere su smart card su chiavetta nel cns.... ma come fa un cittadino che nella vita fa tutt'altro capirci qualcosa???? Ieri poi un comune mi ha fatto vedere un certificato pdf firmato digitalmente inivato da un consolato dove per controllare che la firma non fosse stata revocata bisognava scaricare un programma... a pagamento...
Riccardo Riggi

Riccardo Riggi25/02/2010 - 10:39
Il Consiglio dei Ministri il 19 febbraio ha approvato il nuovo C.A.D. Sulla rete trovo solo slide e schede varie. Qualcuno sa dove possono trovare il testo? Sono estremamente curioso di approfondire le novità circa il concetto di documento informatico, duplicato informatico e documento analogico informatico e la differenza fra firma elettronica, firma elettronica avanzata e firma digitale. Ad un primo acchitto sembra che più che dinanzi alla semplificazione siamo dinanzi ad una complicazione. Ma ammetto che è troppo presto per dare un parere. Avremo di che studiare nelle prossime settimane.
Salvatore Agostino Aiezza

Salvatore Agostino Aiezza25/02/2010 - 10:52
CIAO Riccardo. Premesso che sottoscrivo quanto detto sulla complicazione anzichè semplificazione che porterà questo nuovo CAD. se non adeguatamente supportato da strumenti formativi.Ma siccome su questi punti ho già abbondantemente detto non vi ritornerò piu'. Piuttosto volevo dirti che da una veloce ricerca e giro di telefonate sembrerebbe che la maggior parte di quanti vogliono saperne qualcosa di più su questo che,per ora,è ancora Disegno di Legge e dovrà essere approvato dalle Camere, facciano riferimento al pdf sul sito del Governop italiano. Ed in effetti è ben fatto e,almeno nelle intenzioni,si comprendono quali saranno le linee generali ( Ma Attenzione!!...se fai uno sforzo di memoria vedrai che tutte queste presunte novita' trite e ritrite le avrai sentito anche quando eri bambino.....Scherzo!!) Ciao
Livio Martinuzzi

Livio Martinuzzi23/02/2010 - 15:17
Ho letto la presentazione del nuovo CAD e anche i primi commenti che circolano in rete, tra cui segnalo: Gli eterni corsi e ricorsi dell'innovazione all'italiana Questo post - il suo tiltolo in particolare "...speriamo che le norme bastino" - mi ha offerto lo spunto per una breve riflessione. Niente di nuovo, ma la vorrei condividere. L'innovazione (che arriva sotto forma di dematerializzazione, digitalizzazione, semplificazione e ci metto pure comunicazione) più che un proposito, un obiettivo, una filosofia, rappresenta innanzitutto la BATTAGLIA che ognuno di noi "innovatori" - ciascuno nel proprio ruolo e nel proprio campo - è chiamato a combattere quotidianamente, nelle piccole cose quotidiane come nei grandi progetti. Saremmo decisamente fuori strada se decidessimo di intendere l'inovazione come adempimento normativo. E' facile allora accorgersi di un'ambiguità intrinseca di tutte le norme sull'innovazione: sono probabilmente necessarie e possono servire come stimolo, ma rischiano di ridurre la complessità dell'innovazione alla disarmante e inverosimile semplicità di un adempimento normativo (lo vediamo da come vengono accolte e recepite attorno a noi). Ecco perché queste norme, per quante siano, per quanto entrino nel detaglio, da sole non basteranno mai se non saranno accompagnate da un reale salto culturale.
Salvatore Agostino Aiezza

Salvatore Agostino Aiezza23/02/2010 - 19:43
Bene Livio, la tua premessa è importante per capire,un po'..,i problemi (giganti se si pensa per un istante a cosa e chi muove e si muove dietro il paghiderma della p.a.!!) che stiamo affrontando. Il mio post con l'elenco infinito,e incompleto!, delle leggi,regolamenti,circolari e direttive era ovviamente una provocazione. Come tu dici non possiamo pensare e permetterci di fare tutto con quel coacervo di norme perchè altrimenti saremmo come il solito cane che si rincorre la coda ( o era il gatto? non me lo ricordo...) Dobbiamo fare anche da soli. Proporre miglioramenti e semplificazioni ai nostri dirigenti,applicare il buon senso nel lavoro,dare sfogo a tutte le nostre conoscenze,se le abbiamo,acquisite durante gli studi e la pratica e vedrete che pian piano anche nei nostri Uffici,piccoli,ma importanti,le cose prenderanno una buona strada. Certo,non sarà adesso o domani ma dobbiamo essere ottimisti. E...ricordarci sempre quanto poco sopra ho detto tra parentesi (la èprima proposizione) combattiamo contro dei giganti.. Ciao