Dematerializzare i documenti. Bello, ma quanto costa?
Da tempo si avverte l'esigenza di smaterializzare i flussi documentali della PA. Un'esigenza dettata dalla necessità di ridurre gli spazi da destinare ad archivi e di migliorare la produttività dell'Ente. La spinta propulsiva del vertice politico e amministrativo, però, è quella dettata dalla necessità di tagliare i costi per l'acquiso di carta e toner per stamanti e fotocopiatrici. Un desiderio, quest'ultimo, difficile da realizzarsi. Smaterializzare costa.
Lo scrivo con coscienza, poichè da mesi impegnato in un progetto per la reingegnerizzzione dei flussi documentati di un ente pubblico di medie dimensioni (circa 100 mila documenti protocollati ogni anno). Il nostro ente spende 80 mila euro l'anno per l'acquisto di carta. 40 mila euro per la spedizione di posta ordinaria e raccomandate. 20 mila euro l'anno per "piccioni viaggiatori" per la posta interna. Numeri importanti che stanno spingendo la mia amministrazione a verificare strade alternative.
L'idea è quella di ripensare l'intero flusso documentale da analogico (la cara vecchia carta) in digitale (file in formato tiff o pdf).
Tutti i documenti in ingresso nella PA dovranno essere digitalizzati ed immessi in un sistema informatico che consenta di protocollare il documento ed assegnarlo alla lavorazione da parte dell'opportuno Responsabile del procedimento amministrativo. Questo lo riceve direttamente su pc e scambia tutta l'eventuale corrispondenza con altri uffici interni direttamente attraverso sistemi elettronici. Invia il provvedimento finale al servizio di spedizione on-line di poste italiane e queste provvedono a stampare il documento, imbustarlo e spedirlo. Tutto ciò, ovviamente, ove l'utente non abbia la casella PEC. In questo caso il documento arriva all'Amministrazione già in formato digitale (non si procede quindi alla scansione del documento) e non si spediscono raccomandate (ma email pec).
Tutto bello, anzi, bellissimo. Si tratta di un flusso snello, veloce, che consente di verificare chi fa cosa e con quale tempistica. Peccato che gli obblighi normativi circa la certificazione dei sistemi di protocollo, dei sistemi di archiviazione e di firma digitale hanno costi che possono essere ammortizzabili solo in diversi esercizi finanziari.
Ecco i costi che il mio ente sarà chiamato ad affrontare:
- aggiornamento del software per la protocollazione in ingresso e in uscita e gestione dell'archivio 30 mila euro;
- n.2 server (di cui uno di backup e disaster ricovery) per la gestione e lo storage delle immagini dei documenti 100 mila euro;
- n. 217 firme digitali circa 8 mila euro (hanno validità 3 anni);
- 20 scanner di rete da noleggiare per 2 anni per gestire la fase transitoria 43200 euro
TOTALE 181.200 EURO
Se consideriamo che nella fase transitoria non sarà possibile ipotizzare l'abbattimento immediato del 100% delle spese tradizionali, si considera che l'investimento possa ritornare non prima di 5 anni. Un periodo di tempo troppo lungo per non scoraggiare le tante amministrazioni con bilanci sull'orlo di un pre-dissesto finanziario.
- Blog di Riccardo Riggi
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18 commenti
Dematerializzare ...per migliorare o solo per cambiare
Dematerializzazione ....mentale.
i costi della dematerializzazione
ripensare i flussi documentali
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firma digitale e marca temporale
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archiviazione digitale
Costi hardware
Ciao Riccardo, provo a fare
carta
Come giustamente hai fatto
stampa documenti
Quali le cause e i rimedi?
marca temporale
archiviazione digitale