Barcamp 2010: Marketplace delle applicazioni per la PA italiana
letto 4955 volte • pubblicato il 26/05/2010 - 18:34 nel blog di Gianfranco Andriola, in Barcamp "InnovatoriPA"
La grande capacità di mettere in moto dinamiche virtuose, unita alla visione lucida delle evoluzioni della rete che l’amministrazione Obama ha dimostrato sin da suo insediamento alla Casa bianca, rende difficile oggi parlare di innovazione tecnologia nella pubblica amministrazione senza confrontarsi con quello che succede oltreoceano. Ed è proprio guardando ad Apps.gov, una delle iniziative che insieme a Data.gov e al nuovo sito Casa bianca è stato un po’ il simbolo di questa “primavera dell’innovazione tecnologica” nella PA americana, che Gigi Cogo è partito per aprire un tavolo dove discutere di una via italiana a un marketplace delle applicazioni della PA.
Prima di passare a illustrare gli argomenti discussi mercoledì scorso al tavolo 9 può essere utile dare una breve definizione dell’Apps.gov, partendo da un post di Gianni Dominci: “il portale apps.gov [è un luogo] dove le pubbliche amministrazioni possono comprare applicazioni software certificate e approvate dal governo centrale. Il principio inspiratore è molto semplice: le pubbliche amministrazioni hanno bisogni di soluzioni tecnologiche molti simili tra di loro relative alla gestione interna o all’erogazione di servizi al pubblico. […] Il portale apps.gov offre una biblioteca di soluzioni, gratuite o a prezzi ridotti, che le singole pubbliche amministrazioni possono direttamente utilizzare senza dover installare specifici software sui proprio computer o sui propri server.”
Di seguito una sintesi delle riflessioni fatte insieme ai partecipanti a questo tavolo:
- L’esempio di apps.gov può essere utile come riferimento, come ambizione a cui ispirarsi, ma essendo nata come una azione di sistema di livello centrale diventerebbe complesso riadattarla al contesto italiano. Partendo da questa riflessione, ci siamo orientati verso una proposta che parta dal basso, capace di produrre in un tempo breve e con costi bassi applicazioni immediatamente usabili sia dalle pa e che dagli utenti.
- Per “aggirare” questa complessità la proposta che è emersa dalla discussione è un contest: cioè una sorta di “competizione a somma positiva”, che veda coinvolte da un lato le pubbliche amministrazioni, con il ruolo di individuare necessità e bisogni, e dall’altra sviluppatori software, che propongono applicazioni immediatamente usabili in cambio di un premio in denaro messo in palio dalla dall’ente organizzatore dell’evento. Quindi il modello di riferimento si riorienta, passando dal già citato Apps.gov americano a Rewired State inglese, in una logica più vicina al concetto di Innovation without permission discusso da David Osimo proprio durante questo Forum PA
- Alcune delle caratteristiche delle applicazioni da cui partire per il design del contest:
- siano esse API web based o wiget, App per iPhone o per altre piattaforme mobile o applicativi desk dovranno essere “opere calde”, cioè applicazioni immediatamente usabili e appetibili per il target di riferimento
- bisogna pensare sin da subito sia ad applicazione free, capaci di diffondersi in fretta tra gli utenti, che a pagamento, capaci invece di garantire la sostenibilità di lungo periodo del sistema. E qui il modello di riferimento non può che essere l’App Store di Apple
Quelle appena elencate sono solo alcune delle proposte fatte al tavolo durante il BarCamp, quelle caratterizzate da un taglio più operativo, dalle quali partire per far proseguire la discussione anche qui su Innovatori. Per le tante e interessanti altre cose dette, e faccio riferimento ad esempio alla possibilità concreta di realizzare un contest di questo tipo, alle importanti novità che ci aspettano sul sito dell’ISTAT o alla metodologia SOS Open Source per la valutazione dei programmi open, che riporta in maniera grafica informazioni relative ai progetti e alla loro comunità (come nell'esempio di funambol), chiederei ai partecipanti al tavolo di integrare questi miei brevi accenni attraverso i commenti.
Concludo questo post con il video in cui Gigi Cogi e Roberto Galoppini, entrambi partecipanti a questo tavolo, dialogano proprio dei temi discussi:
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