dati.gov.it

letto 8520 voltepubblicato il 18/10/2011 - 19:47 nel blog di Salvatore Marras, in Open Government

Forse il link non dovrebbe stare nel titolo, ma in questo caso il link è proprio il titolo. Un dominio molto atteso da chi crede nell'open government e negli open data. Nel sito il catalogo italiano dei dati aperti che nasce con oltre 150 dataset. Ci sono i precursori come la Regione Piemonte e il comune di Udine, ma non sono soli, come qualcuno pensa, ci sono anche Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto, insieme a Faenza, Pavia, Prato, Torino, Trento.

In alcuni casi primi dataset per rompere il ghiaccio, ma la strada è aperta. Oltre un anno fa, dopo il barcamp del ForumPA, qui su InnovatoriPA era nato un gruppo, forse ora lo possiamo rivitalizzare.

Discutere del nuovo Vademecum, delle licenze d'uso, dei dati da liberare, di come descriverli, di come mettere in rete i portali regioali, dell'uso dei dati liberati. Di quello che volete in modo aperto!

41 commenti

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profilo vuoto14/11/2011 - 23:54
Alla pagina http://www.dati.gov.it/content/note-legali si legge "Tutti i contenuti, quali, a titolo esemplificativo e non limitativo, il know-how, il testo, la grafica, le tabelle, le immagini e le informazioni presenti all'interno di questo sito sono con licenza Creative Commons 2.5 eccetto dove diversamente specificato." Due commenti: 1) anche se il link punta ad una specifica licenza (http://creativecommons.org/licenses/by-nc/2.5/deed.it), c'è il problema di comunicazione già segnalato da Maurizio per i datase (si dice "CC 2.5", troppo generico, anziché il più opportuno e completo "CC BY-NC 2.5 Italia"); 2) in ogni caso, la licenza CC BY-NC non è in linea con le best practice internazionali: - http://www.data.gov/ è in pubblico dominio, come tutte le creazioni del governo federale; - http://www.data.govt.nz/ usa CC BY (solo attribuzione); - http://www.data.gov.uk/ usa la OGL (solo attribuzione); - http://www.dati.piemonte.it usa CC BY. Considerando che la licenza CC BY-NC non è in linea neanche con l'Open Knowledge Definition, raccomando di modificare la licenza di dati.gov.it adottando quella CC BY 3.0 Italia. Se proprio si vuole (ma perché?) essere più restrittivi, si può usare la IODL (più adatta ai dati, ma non vedo ostacoli ad usarla per un portale che colleziona metadati su database pubblici). Federico
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita08/11/2011 - 16:59
Penso che non siano necessarie grandi e complesse classificazioni sui i dati pubblici che per ddefinizione sono di tutti i cittadini. Possono esistere solo due classi: Dati pubblici non elaborati, cioè pubblicazione esatta di dati messi a disposizione dalla PA come per es: -Copia conforme del Bilancio del Comune di Pescalo Prima od anche Riepilogo Statistico sull'età dei Cittadini dell Regione "Alto a Sinistra". In questo caso la responsabilità dell'esattezza dei dati deve essere Salvo Dimostrazione Contraria. -Elaborazione statistica o critica o commentata fatta su una base di dati pubblici. In questo caso il risultato segue le normali regole delle pubblicazioni come copyrigth, copyleft, CC etc. In questo caso la responsabilità dell'esattezza dei dati derivati è esclusivamente dell'autore e segue le normali regolle che una pubblicazione deve seguire. "Tertium non datur" come direbbero i nostri antichi .....che studiavano il latino a scuola!
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profilo vuoto08/11/2011 - 18:48
Concordo. Nell'ambito di una PA che a volte cerca rassicurazioni, però, può servire avere licenze che dettaglino - anche tramite l'uso del diritto d'autore - quel che si può fare in caso di opere derivate che snaturino il significato dell'originale... Ad esempio, le licenze Creative Commons 3.0, per richiesta di istituzioni quali l'MIT, includono previsioni di questo tipo (se fai un'opera derivata dalla mia, che però non mi convince, ti posso chiedere [e posso usare il copyright per pretenderlo] di NON citare il fatto che deriva dalla mia creazione o - in questo caso - dal mio dataset).
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profilo vuoto08/11/2011 - 17:27
Concordo sul fatto che non debba essere troppo complessa l'informazione da dare. Sta di fatto che la definizione di open data vede 3 scenari di "diritti/doveri". Scrivere nella scheda quali sono i vincoli da seguire deve essere una informazione chiara. PS: piccola polemica se i dati sono di tutti i cittadini allora basterebbe che fossero in pubblico dominio
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita08/11/2011 - 17:46
Maurizio il tuo PS è una tipica frase che esprime una tautologia ...ed ovviamente sono d'accordo, ma come farlo capire ai nsostri reggitori, estremi conservatori gelosi dei lor numeretti. Amleticamente potremo dire: "That's the question!"
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profilo vuoto08/11/2011 - 18:32
L'articolo 5 sulla legge del diritto d'autore http://www.interlex.it/testi/l41_633.htm#5 dice "Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche, sia italiane che straniere." sarebbe bello se lo si potesse allargare considerando i dati come atti ufficiali dello stato e delle amministrazioni pubbliche ... ma questa forse e' utopia
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profilo vuoto08/11/2011 - 18:45
è un'utopia, che però è stata realizzata per i documenti realizzati dal governo federale americano... per cui "se po' fa'..."
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profilo vuoto08/11/2011 - 15:07
Ne avevo gia' parlato in un mio precedente commento. Oggi, con una studentessa in sociologia pronta per una tesi sul tema opendata, stavamo riguardando il sito dati.gov.it. Ci siamo accorti che la questione licenze non sembra apparire abbastanza chiara. Alla pagina http://www.dati.gov.it/ricerca_dataset sulla colonna di sinistra appare la lista delle licenze. Per quello che riguarda le Creative Commons sembra che la classificazione sia in 4 fasce date dai numeri di versione: 0,1.0,2.5 e 3.0. In realta' CC0 sta per Creative Commons Zero, dove quello "zero" sottolinea quali sono gli obblighi chiesti a chi utilizza i dati (pertanto si parla di pubblico dominio). Le restanti versioni invece non sono molto chiare in quanto le categorie che rientrano in open data sono CC0 (= pubblico dominio), CC-BY (= obbligo di attribuzione) e CC-BY-SA (= obbligo di attribuzione e di mantenere l'obbligo di lasciare i contenuti con gli stessi vincoli nei lavori derivati). Le versione 1.0, 2.5 e 3.0 fanno riferimento invece a migliore del testo. Inoltre, fra i dataset, sono disponibili dati con licenze "ad hoc" (alcune con espressamente sottolineato il divieto di vendita). Propongo pertanto una classificazione di questo tipo: - uso senza vincoli - obbligo di attribuzione - obbligo di condividere allo stesso modo - dato pubblico [questo nel caso di licenze non standard] (con opportuni riferimenti a link che spiegano di cosa la categoria tratta) Nelle successive schede dei singoli dataset andrei poi a scrivere - il tipo di classificazione - la licenza scelta. Es. Dataset con obbligo di condivisione allo stesso modo rlasciato con licenza IODL 1.0 (e link al testo della licenza)
Salvatore Marras

Salvatore Marras10/11/2011 - 14:16
Grazie Maurizio, in effetti abbiamo messo insieme cose diverse, cerchiamo di fare una verifica alla fonte
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profilo vuoto20/12/2011 - 12:22
Cari tutti, scusate l'insistenza, ma ribadisco che tutte le licenze Creative Commons su dati.gov.it, con l'eccezione della licenza CC0, sono indicate in modo scorretto (col solo numero di versione - es. 2.5 - e senza le più rilevanti clausole - es. BY o SA), come segnalato da Maurizio. E' davvero un peccato lasciare online per settimane questo evidente errore sul nostro portale nazionale... Per altro, l'errore è inserito dal portale anche sui dataset che sui loro portali rispettivi (es. dati.piemonte.it) sono associati ad una licenza corretta, per cui è proprio una confusione da sistemare con urgenza. Grazie, Federico
Gianfranco Andriola

Gianfranco Andriola23/12/2011 - 14:40
tornando a ringraziare federico e maurizio per il suggerimento, volevo segnalarvi che abbiamo provveduto a correggere l'inesattezza nella dicitura della licenze dei dataset fatta al momento del lancio del portale. Al momento è possibile, dalla pagina di ricerca Cerco i dati, selezionare i dati presenti nel portale Dati.gov filtrati sulla base delle licenze CC BY, CC BY-NC, CC BY-SA, CC0, EUPL, IODL 1.0. Ogni filtro è introdotto da una breve descrizione della licenza e dai link puntuali a questíultima
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profilo vuoto24/12/2011 - 15:02
Grazie, questo aggiornamento è un bel regalo di Natale da dati.gov.it! :-) Ciao (ed Auguri a te e colleghi!), Federico
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profilo vuoto23/12/2011 - 22:05
grazie gianfranco! ora cosi' va molto meglio, solo una nota: la clausola "nc" non rientra nella definizione di opendata. Ho poi trovato altri piccoli errori, ma quelli penso sia meglio segnalarli direttamente sul sito. Giusto? A presto!
Gianfranco Andriola

Gianfranco Andriola28/12/2011 - 12:04
certo maurizio, il form di segnalazione è sempre presidiato. per la nota sull'NC non si può che essere d'accordo con te: lavoreremo di scalpello e di diplomazia per farla decadre :-)
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profilo vuoto08/11/2011 - 16:03
Ben detto Maurizio: parlare di licenze CC 2.5 senza menzionare il tipo (es. CC BY 2.5, oppure CC BY-SA 2.5) crea solo confusione. Dal punto di vista di un utente, invece, potrebbe aver senso accorpare le licenze CC BY (che siano 2.5 o 3.0), almeno in prima approssimazione ed ai fini di una ricerca. La tua proposta di classificazione è comunque migliore, per cui propongo di seguirla!
Paolo Subioli

Paolo Subioli25/10/2011 - 16:54
Ben ritrovati a tutti. Attualmente sono uno di quegli operatori privati che, secondo le intenzioni dei promotori di dati.gov.it, dovrebbe beneficiare di questa disponibilità di dati aperti. Infatti è proprio quello che ho intenzione di fare, per la prossima versione di Intrage.it (un portale di informazioni di pubblica utilità) a cui sto lavorando. Ora i dati disponibili sono molto pochi, questo è comprensibile, ma chi mi avverte quando vengono inseriti nuovi dataset? Penso che la soluzione più semplice sarebbe attivare un servizio di notifica degli aggiornamenti, al quale ci si possa abbonare tramite RSS feed. p.s.
Salvatore Marras

Salvatore Marras27/12/2011 - 09:15
Definizione di ottimo suggerimento: è utile e si può realizzare facilmente...
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profilo vuoto08/11/2011 - 16:04
+1 rispetto ai feed RSS
Laura Spampinato

Laura Spampinato26/10/2011 - 10:07
penso che tu possa dare un contributo a questa discussione come operatore privato: http://forumpaideee.ideascale.com/a/dtd/PA-e-mercato-del-lavoro/311799-1... altra cosa i i feed, che sono utilissimi per esempio da INPS anche per me, semplice pensionata senza incarichi e aspirazioni alla beatificazione (v. messaggio di Attilio diretto a me) :)) sollecitando siti istituzionali che ancora non hanno approntato sistema a farlo in modo intelligente e non troppo dispersivo, altrimenti te ne arrivano una marea che non puoi gestire.
Claudio Forghieri

Claudio Forghieri25/10/2011 - 09:04
Per stimolare le PA a liberare i propri dati, condizione indispensabile affinchè si crei valore pubblico e magari anche econonomico, nonchè fornire materia prima per i vari contest in corso, suggerisco di partire dalle stesse PA chiedendo espressamente quali tipologie di dati possono interessare per semplificare l'operato quotidiano. Sono convinto che esistano miniere di informazioni attualmente difficili da ottenere che invece potrebbero essere facilmente messe a disposizione senza particolari problematiche legali o tecniche. A partire da banali indirizzi, numeri di telefono, elenchi ordinati degli uffici, ecc.
Laura Spampinato

Laura Spampinato25/10/2011 - 11:13
sono convinta della stessa cosa e vi dico cosa farei, se avessi la capacità tecnica di fare, a livello sperimentale ed entro domani. :) Fase 1 Acquisizione elenco disoccupati over50 senza ammortizzatori (o inferiori a un tot netto mensile) da centro impiego caso A 1. casellina già segnata su modulo del Patto fra disoccupato e centro impiego della sua disponibilità a svolgere lavoro accessorio (sistema dei voucher) 2. accertamento se già iscritto spontaneamente in elenco presso INPS 2.1 se si passare a Fase 2 2.2 se no telefonata da centro impiego o INPS per sollecitare iscrizione spiegando bene cosa ne può sortire (sotto spiego) caso B 1. se non segnata la casellina, telefonata da centro impiego o INPS per sollecitare iscrizione spiegando bene cosa ne può sortire Acquisizione da parte del centro impiego di elenco imprese, associazioni, enti vari nel territorio che abbiano necessità/possano offrire lavoro accessorio Pubblicizzazione tramite media (spiegazione sistema e sanzioni per chi offre lavoro anche 1 ora sola senza voucher e quindi in nero, come da disposizioni già in vigore) con elenco tabaccherie e altri luoghi dove comprare i voucher Fase 2 disoccupato riceve su cellulare chiamata per contatto con imprese, associazioni, enti vari nel suo territorio (eventuali spese viaggio rimborsate con biglietti) caso 1. accetta e svolge lavoro accessorio caso 2. non accetta per motivi seri documentabili caso 3. non accetta perché non gli va 1. e 2. ricevono reddito minimo garantito da INPS per tutto il periodo di disoccupazione, oltre ai voucher dal datore di lavoro accessorio che può spendere subito (nota bene: riscossione in contanti o accredito su carta gratuita senza necessità di conto bancario o postale) 3. non viene + chiamato Spiegazione da fornire a disoccupato: sappiamo che un voucher non è la soluzione al tuo problema ma hai occasione di incontrare possibili futuri datori di lavoro prossimi al tuo territorio e farti apprezzare per quel che sai e sei. Provaci, dai! Spiegazione ai cittadini: se voi fate pulire i vetri all'extracomunitaria che ve lo chiede per pietà, rischiate che si faccia male, grosse sanzioni, e contribuite nel vostro piccolo al lavoro in nero che tutti a parole combattiamo. Domani, con questi intenti, ci presentiamo e i "professori" potranno dire: " ... lo vedi che se ci metti un po' di impegno le soluzioni le trovi!" :) e, senza scherzare, da psicologa vi dico: attenzione! la reazione di chi si sente trattare da spazzatura dopo una certa età senza sostegni e senza lavoro può essere la strada, il suicidio, ma anche una pistola puntata dritta sulla tempia dei creditori.
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profilo vuoto24/10/2011 - 12:41
alcuni suggerimenti su come migliorare il sito


  • aggiungere almeno una versione in inglese per favorire l'accesso anche dall'estero
  • definire al meglio le tipologie di licenze: al momento ci sono i riferimenti a: IODL, CC 2.5, CC 3.0 ...
    Servirebbe ridefinire almeno secondo le 3 tipologie riconosciute dalla open definition, pertanto:
    1. pubblico dominio (CC0, ...)
    2. attribuzione (CC-BY, ...)
    3. condivisione allo stesso modo (CC-BY-SA, IODL, ODbL)
    Inserire poi una sezione "altro" per quelle tipologie di licenze create "ad hoc" dalle pubbliche amministrazioni e che potrebbero essere riviste.
  • aggiungere un riferimento allo schema a 5 stelle di Tim Bernes-Lee
    Mi piace fare riferimento a questo esempio
    http://lab.linkeddata.deri.ie/2010/star-scheme-by-example/
  • mettere ad ogni dataset il livello di stella. Purtroppo, nell'attuale catalogo, sono presenti alcuni dataset che - per licenza - non rientrano nella definizione di open data (penso ai geodati della regione Sardegna e a quelli della città di Trento, le cui condizioni d'uso proibiscono lo sfruttamento commerciale ad alcune categorie).
  • come OKFN Italia abbiamo lanciato una chiamata pubblica per raccontare alcune storie su open data in azione. Storia che è stata raccontata poi a Varsavia all'OGDCamp
    La pagina che contiene le informazioni delle storie presentate è qui
    http://okfnpad.org/okfnit-ogd
    Il contenuto e' poi presentato in maniera "short" in queste slide
    http://www.slideshare.net/Federico_Morando/ogdcamp-okfn-it
    e in maniera più approfondita in queste
    http://www.slideshare.net/Federico_Morando/ogdc-italia
    e contiene anche diversi link a dataset (spesso di geodati) rilasciate con licenze open o - quanto meno - compatibili.
  • auspico una integrazione con CKAN, in particolare la versione 1.5 ha anche un supporto geografico.
    Mi spiego meglio: inserito un link ad un dataset è possibile indicare quale sia la zona geografica di riferimento, con il vantaggio di poter poi fare query geografiche (della serie "dammi tutti i dati contenuti in questa area). Esiste un progetto di integrazione fra drupal (con cui mi sembra sia fatto il portale dati.gov.it) e CKAN pagato dal governo UK - http://drupal.org/project/ckan
Vincenzo Patruno

Vincenzo Patruno26/10/2011 - 16:22
Aggiungerei che oltre al territorio, semplificando molto, andrebbe esplicitato anche il periodo di riferimento a cui si riferisce i dato (es. l'anno) o il periodo (da ... a) se si tratta ad esempio di una serie.
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profilo vuoto25/10/2011 - 11:45
Inoltre sarebbe carino, come ha detto più volte Gigi Cogo, avere uno spazio aperto alle idee esattamente come sul portale degli UK. http://data.gov.uk/ideas
Pietro Blu Giandonato

Pietro Blu Giandonato24/10/2011 - 13:29
Bisognerebbe aggiungere ai criteri di ricerca dei dati - attualmente per "area tematica", "licenza" e "formato" - anche quello geografico, per lo meno a livello amministrativo: Stato, Regione, Provincia, Comune, visto che negli pseudometadati che descrivono i dati sono informazioni presenti. Non ci vorrebbe molto, basterebbe usare un'interfaccia di ricerca a "faccette" (http://en.wikipedia.org/wiki/Faceted_search) e ovviamente un database dei metadati progettato a dovere.
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profilo vuoto24/10/2011 - 14:11
e' per quello che suggerivo di usare CKAN 1.5 :) [ckan-dev] New geospatial features for CKAN http://lists.okfn.org/pipermail/ckan-dev/2011-September/001307.html Es http://test.ckan.net/dataset/test-dataset-extent-polygon
Laura Strano

Laura Strano23/10/2011 - 18:33
tutto questo è bellissimo, ma se non obblighiamo tutte le p.a. a farlo e soprattutto se non si studiano sanzioni serie per chi non rispetta la trasparenza si aumenta il divario tra amministrazioni e amministrazioni che non pubblicano nemmeno l'abc, altro che open data ...
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita23/10/2011 - 13:30
Credo che già esistano strutture pubbliche delegate a collegare domanda ed offerta, sarebbe sufficente snellirle ed adeguarle. Non credo alle iniziative selfservice in quanto rapidamente diventerebbero "proprietà" di "organizzato interessati" non controllabili con funzioni di "caporalato d'intermediazione" non garantito. Inoltre, con un minimo di maggior credibilità, questa operazione di collegamento è già fatta da parrocchie, partiti ed organizzazioni varie che devono agiri seriamente per non correre il rischio di "perdere la faccia". Ed infine non volendo considerare il nostro amico "garante della privacy" che non vedrebbe di buon occhio la pubblicazione di dati personali di cittadini ben identificati. Per concludere, le idee semplici sembrano a prima vista bellissime, ma poi la dura realtà.......
Laura Spampinato

Laura Spampinato23/10/2011 - 14:39
lavoro self service? uffici di collocamento? Attilio, dietro l'apparente semplicità di un'idea non ti sfiora il dubbio che possa esserci un'attenta ricerca e conoscenza di fatti? qui sto ipotizzando la sostituzione di un sistema A PRIMA VISTA BELLISSIMO es. http://www.romaltruista.it/opportunita_dettaglio.asp?idprogetto=165 in cui nell'anno del volontariato SELFSERVICE si cercano persone disponibili ad offrire gratuitamente impegno, senza alcuna considerazione di fatti come questi es. http://www.brillantelaureatooffresi.com/2011/10/la-storia-di-agnese.html L'operazione che suggerisco passa attraverso le strutture pubbliche delegate a collegare domanda ed offerta, adeguandole e snellendole con sistemi di comunicazione già possibili, partendo dal presupposto che TUTTI I SENZA LAVORO ISCRITTI A CENTRI IMPIEGO E A LISTA LAVORI OCCASIONALI con VOUCHER siano DOTATI DI REDDITO MINIMO GARANTITO E RINTRACCIABILI PER OFFERTE DI BREVE PERIODO IN ATTESA DELLA CHIAMATA PER IL LAVORO CHE ATTENDONO e il garante per la privacy non è sicuramente complice del lavoro nero, pertanto sarà d'accordo che la signora che potrebbe farti le pulizie in casa ogni tanto e l'insegnante che potrebbe dare ripetizioni a tuo nipote siano rintracciabili nell'elenco presso il Centro per l'impiego, che ti fornirebbe il numero dietro tua precisa richiesta selezionando la tua zona di residenza, o preferisci che si continui a chiamarli in nero tramite amicizie? La dura realtà è proprio questa, Attilio. Sai cosa puoi contestarmi? Che io vincoli il sistema su descritto al reddito minimo garantito per tutti quelli che non sono beneficiari di ammortizzatori congrui (almeno 700 euro netti). IO INSISTO SUL VINCOLO. PUNTO
Attilio A. Romita

Attilio A. Romita25/10/2011 - 10:12
1. Tutto quanto tu proponi circa il collegamento tra domnda ed offerta dovrebbe essere fatto da quelli che una voltta si chiamavano "Uffici di collocamento" che credo esistano ancora forse con altro nome. Perchè creare altre strutture, altre spese, altri carrozzoni quando basterebbe far funzionare quello che c'è?. 2. Unna ventina di anni fa, se non ricordo male, l'Inghilterra, per la precisione il Regno Unito, abolì il contributo di disoccupazione perchè venne rilevato che molti avevano trovato in questo contributo un modo comodo per arrotondare gli incassi ottenuti con altri metodi "neri"! Questa è la dura realtà vera. E' pura utopia pensare che il salario minimo garantito eviti il lavoro "nero", anzi faciliterà il lavoro nero a basso costo visto che una parte del salario lo pagheremmo noi "benefattori dell'umanità. Il comunismo, nell'accezione più pura della parola, non fa parte del bagalio dell'uomo normale .....infatti Madre Teresa di Calcutta la hanno fatta Santa!
Pietro Bin

Pietro Bin20/10/2011 - 10:57
Sapresti dirmi dove posso trovare l'archivio con i bilanci dei comuni italiani
Pietro Bin

Pietro Bin26/10/2011 - 19:10
Ho visto i dati che tu mi hai indicato, e ti ringrazio, ma io volevo i dati dei singoli comuni, in quanto volevo fare un particolare widget che permettesse di comparare un comune con gli altri ,oppure con la media dei comuni della provincia, oppure con la media di comuni simili per dimensione.
Gianfranco Andriola

Gianfranco Andriola26/10/2011 - 19:37
Ciao Pietro, provo a segnalarti questa iniziativa di Linked open data, cito dal loro blog: Programmi elettorali, dichiarazioni su media e abili operazioni di propaganda lasciano il tempo che trovano. Per un riscontro oggettivo vorremmo poter spulciare i bilanci pubblici e scoprire come realmente sono impiegate le risorse. Parte da questa convinzione il progetto (nome in codice: openbilancio) che l’associazione openpolis e l’associazione linked open data italia stanno sviluppando sulla trasparenza dei bilanci di tutti gli oltre 8.000 comuni italiani. il rilascio di una prima versione in beta è previsto per la fine di quest'anno
Salvatore Marras

Salvatore Marras21/10/2011 - 19:00
l'archivio con i bilanci potrebbe averlo la ragioneria generale dello stato, sarebbe interessante verificarlo e chiedere di metterlo on line per ora su dati.gov.it trovi quello di udine e di faenza vai a questo link http://www.dati.gov.it/search/content/bilancio
Fabrizio Gianneschi

Fabrizio Gianneschi02/11/2011 - 11:10
Al quale i Comuni sono tenuti ad inviare (in XML!) i bilanci. Alcune Regioni, come l'Emilia, intercettano in qualche modo il flusso per poi utilizzarlo su un proprio portale (http://www.regione.emilia-romagna.it/finanzaterritorio/comuni/per_provin...) Ma il Ministero li ha tutti, e li pubblica -purtroppo non in open data- al seguente indirizzo: http://finanzalocale.interno.it/ser/i_banchedati.html
Pietro Bin

Pietro Bin02/11/2011 - 14:01
Grazie fgianneschi, in effetti quello che tu mi suggerisci come link e' quello che cercavo e che avevo trovato qualche giorno fa finanze.interno.it, in teoria potrei spiderare il sito del ministero (e' abbastanza facile) per recuperarmi i dati tabellati di tutti i comuni. Mi chiedo pero' se li posso utilizzare.
Fabrizio Gianneschi

Fabrizio Gianneschi02/11/2011 - 14:50
La pagina cita espressamente "© Ministero dell'Interno. Tutti i diritti riservati", e le Note Legali dicono scarnamente che "I testi riprodotti sul sito sono offerti alla consultazione per fini esclusivamente di informazione". A mio avviso però non possono esserci "riserve" sull'utilizzo da parte di terzi dei dati *pubblici*, come i bilanci dei Comuni. Per giunta, una volta che questi sono pubblicati sul web. Fossi in te li userei senza problemi, peccato solo per la forma che ti costringe a fare html-scraping... Se poi rilasci lo spider in open source facci un fischio...
Laura Spampinato

Laura Spampinato19/10/2011 - 13:09
c'è già un'applicazione che consenta a potenziali datori lavoro domestico occasionale di mettersi in contatto con iscritti a elenco INPS lavoro accessorio della loro zona (comune, CAP quartiere) e con sms invitarli a colloquio per concordare occasionali rapporti lavoro? se sperimentazione funzionasse si potrebbe allargare ad altri settori, e non solo accessorio, facilitando incontro domanda offerta di lavoro regolare
Salvatore Marras

Salvatore Marras21/10/2011 - 19:01
Si può provare a girare la richiesta all'INPS sembrano determinati a mettere i loro archivi on line!
Laura Spampinato

Laura Spampinato23/10/2011 - 11:39
anche se non siete simpatizzanti, guardate qua :) http://www.sinistraecologialiberta.it/forum/viewtopic.php?f=11&t=1103&si...