EUROPEI ed europei

letto 2357 voltepubblicato il 19/10/2011 - 17:18 nel blog di Attilio A. Romita

Capita spesso di leggere su giornali e riviste frasi del tipo “Il ministro Frattini ha dichiarato che l’Italia….” oppure “In Francia il presidente Sarkozi ha proposto che i Francesi….” ed anche “Il cancelliere tedesco signora Merkel ha affermato che la Germania ….” e così via continuando.

Negli stessi giornali poi si parla delle proposte secessioniste dei Baschi in Spagna, dei Fiamminghi e dei Valloni in Olanda, dei nostri padani e di altre piccole entità che si sentono Continenti.

E poi si parla di Italiano, Francese, Spagnolo, Tedesco, etc. come identità irrinunciabili e da difendere “sino alla morte”!

Nessuno però si rende conto di quanto antistoriche siano queste idee e di quanto inutile, di fronte alla Storia, sia questa difesa ad oltranza di una realtà non più attuale.

Prima che qualcuno si agiti troppo e mi accusi di voler distruggere la grandezza di Leonardo o di Goethe o delle migliaia di artisti, pensatori e scienziati che hanno reso lustro al mondo, mi corre obbligo chiarire che il mio pensiero si rivolge non all’importanza storica delle antiche nazioni d’europa, ma all’importanza economica e geografica che queste hanno nel mondo attuale.

Se i miei concittadini d’Europa non si rendono conto che attualmente tutti noi siamo soltanto “europei” e non EUROPEI. Cioè un gruppo di persone che non si identificano come un insieme, ma semplicemente come nati casualmente in una area geografica.

L’importanza di un popolo è per quello che sa fare, non per quello che ha fatto. La storia è come una magnifica medaglia che, sia d’oro o di latta, è un simbolo , ma non scalda.

La storia ci ha insegnato che i grandi popoli sono vissuti, hanno comandato, hanno introdotto grandi cambiamenti, hanno dato grandi esempi, ma poi sono spariti. Noi li rispettiamo, li studiamo, cerchiamo di imitarne gli aspetti migliori …e questo è giusto. Ma nessuno di noi si sognerebbe di far rivivere gli Assiri, i Babilonesi, i Faraoni egiziani, l’antica Grecia o Roma. Tuti questi popoli ci hanno lasciato eredità di infinita importanza culturale e scientifica, ma ora esistono solo su i libri di storia che ci raccontano che furono sopraffatti da altri popoli, inizialmente peggiori, ma che seppero evolversi e migliorare ….sino ad essere sopraffatti da altri che non erano migliori di loro.

Ma torniamo all’Europa ed agli europei.

Circa mezzo secolo fa alcuni spiriti illuminati EUROPEI compresero che questo nostro piccolo continente era destinato a sparire se non si fosse trasformato da una somma di stati ad un Totale in grado di assumere una dimensione confrontabile con altre realtà del mondo.

Il sogno di quei sei, poi diventati tredici ed ora arrivato a ventisette, è però restato un sogno perché la maggior parte dei cittadini di questa illusoria entità EUROPA sente questa nuova appartenenza come una diminutio capitis di valore infinito.

Sono sicuro che a molti non piacerà definirsi EUROPEI e non Lombardi, Valloni, Brettoni, Bresciani, Marsigliesi, o di San Vittore in Cima al Monte. Ma se non lo faremo il nostro EURO, del quale siamo giustamente orgogliosi sarà ricordato come il Pentanummo di Giustiniano splendida moneta che solo pochi esperti conoscono. 

2 commenti

Attilio A. Romita

Attilio A. Romita23/10/2011 - 14:15
..........non tengono presente un piccolo particolare. E' vero sino ad ora sono esistite due realtà: l'Europa a Brussels e Luxenburg e 27 nazioni indipendenti ognuna con la sua lingua e le sue idee. L'Europa di Brussels è fatta da 1000 piccoli uomini spesso eletti deputati europei come risarcimento ad una bocciatura in patria che parlano, discutono, decidono provvedimenti che nessuno esegue e poi insieme a loro una serie di potentati economici ciascuno dei quali pensa al proprio cortiletto. Tanto per esemplificare, la Germania è stata costretta a concordare l'aiuto alla Grecia, non per bontà d'animo, ma perchè le Banche Tedesche avevano fortemente investito in titoli greci ad alto rischio ed alto rendimento perchè sapevano che al momento del redde rationem tutti gli stati europei avrebbero aiutato la Grecia a non fallire. Ma è ora di capire quello che liberamente hanno capito gli Stati Uniti 2 secoli fa o, meno liberamente, i Cinesi più recentemente. In un mondo globale, come al centro di un oceano, per restare a galla occorre essere grandi navi ....i piccoli bellissimi yacth rischiano di affondare alla prima tempesta. Solo se ogni nazione sarà capace di abdicare a buona parte della propria identità ed indipendenza, potremo continuare ad avere una identità, cioè una capacità di agire nel mondo. Altrimenti faremo la fine di Amenophi 1V che tutti ricordano come un grande faraone, ma che conta poco nel mondo moderno. Vorrei chiudere con un motto che mi è venuto in mente in questo momento: Noi saremo quello che sapremo prevedere oggi e non quello che siamo stati ieri! Con buona pace dei laudatores temporibus actis!
Salvatore Agostino Aiezza

Salvatore Agostino Aiezza22/10/2011 - 17:52
Ciao Attilio e ben trovato. concordo in tutto con la tua analisi e le tue preoccupazioni. concorderai però, spero, con me, sulle cause di questo sentirsi poco europei (o EUROPEI, come meglio tu dici). Non dimentichiamoci infatti che sin dalla sua costituzione la Comunitàm Europea sconta, per così dire, il peccato originale di essere stata pensata e così percepita dalla maggior parte dei cittadini comunitari, come un'entità fatta ad uso e consumo dei potenti gruppi economici, bancari e finanziari. L'euro, moneta mai amata dal popolo europeo e, se si escludono quelli dei Paesi più ricchi e solidi (torna ancora l'economia politica) introdotta senza una vera e massiccia politica di comunicazione specie dove ci sarebbero state più difficoltà, ha fatto il resto. Anche i parlamenti europei che si sono succeduti nel tempo sono stati molto distanti dai cittadini ed hanno dato l'idea di una sorta di supercasta composta da politici che trovavano e trovano coesione tra loro solo quando si tratta di grandi temi sconomici. La BCE chiede in continuazione sacrifici e quì, a mio parere, ma tu conoscendomi, sai che mi piace scrivere e parlare di vita pratica, vissuta e del comune sentire delle persone, la mazzata definitiva che stanno dando all' Europa i vari governi locali che veìcolano il seguente messaggio: " l'europa richiede immensi sacrifici per rimettere a posto i conti, questi sacrifici li dovete pagare voi..." Quando poi i sacrifici diventano insopportabili come, per ora, in Grecia, dimmi come si può pensare di voler bene a questa istituzione così lontana dai cittadini. Della serie: sino a quando c'era da prendere abbiamo preso, ora che il barile è raschiato tutto prendetelo voi. Non mi pare, quindi, che negli ultimi decenni, almeno, ci sia stata una forte politica tesa a farci sentire cittadini europei e ad abbandonare i personalismi. si può invece con certezza dire che tutte le volte che è stato messo in discussione qulache pilastro dell'economia europea, allora , a riprova di quel che penso, i Paesi più ricchi hanno ereggono improvvise barricate. In definitiva, per far si che gli "abitanti" dell'Europa divengano "Cittadini EUROPEI" occorre che questi si sentano coinvolti in tutti i processii di determinazione delle sorti comunitarie e che le istituzioni europee siano davvero al servizio e per i cittadini. Altrimenti dimmi come pensi che un cittadino, per restare a noi, italiano, perchè tali noi siamo, già così diffidente e distante dalla politica e dalle istituzioni del proprio Paese possa essere vicino ad una entità che, storicamente, culturalmente, socialmente e politicamente, nemmeno forse conosce. A presto