Cinque modelli di business per l’Open data
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Nonostante siano passati ormai quattro anni dalla pubblicazione del portale statunitense Data.gov, che per certi versi può essere considerata la posa della pietra angolare della pratica dell’open data nella pubblica amministrazione; e solo pochi giorni dall’Open Data Day, probabilmente la manifestazione di maggior portata che ha avuto come tema principale la diffusione e il riuso dei dati aperti; c’è ancora una questione centrale che merita di essere approfondita e dibattuta: i modelli di business che derivano dall’Open Data. Cioè quale sia il ritorno per la collettività, in termini economici (e cioè lasciando fuori il tema più “etico” della trasparenza, che comunque, parlando di informazioni pubbliche, resta enorme), dell’esposizione del patrimonio informativo della pubblica amministrazione in formato aperto.
Indagine sulla Data Economy di O’Rally Radar
Cinque modelli prevalenti
- Fornitori: nonostante non ci sia ancora un ritorno finanziario diretto, alcune aziende private stanno iniziando a rendere disponibili i loro dati in formato aperto, in particolare dati di natura finanziaria e, più in generale, tutte le informazioni che consentano ai consumatori di valutare l’integrità del loro operato. In questo primo caso si può affermare che il ritorno economico ottenuto sia la fidelizzazione del cliente.
- Aggregatori: cioè imprese che raccolgono ed elaborano i dati messi a disposizione dalla pubblica amministrazione e le incrociano con dati provenienti da altre fonti (ad esempio i social media) per produrre nuove informazioni. Il vero business in questo caso è la rilevanza delle nuove informazioni derivanti dalla data analysis che diventano utili (e vendibili…) ad aziende di settori specifici. A detta di Lewis al momento questa seconda topologia di business è quelle che occupa la parte più numerosa di questo segmento di mercato. Fra l’altro, questo secondo modello di creazione del valore utilizza strumenti come la sentiment analysis e l’analisi dei Big data, entrambi temi “caldi” e “vicini” all’open data, che in questo momento godono a loro volta di particolare attenzione da parte degli investitori.
- Sviluppatori di App: probabilmente è l’immagine più classica che viene in mente pensando alle economie generate dai dati aperti. È il caso di sviluppatori che riusano in maniera creativa i dati della PA per offrire nuovi servizi agli utenti, al momento il settore di maggiore sviluppo in questo ambito sono le applicazioni smartphone sul trasporto pubblico. Per questa terza tipologia Lewis prevede a breve interessanti sviluppi derivanti dalla pubblicazione dati sanitari, che a loro volta andranno da alimentare il già florido mercato del così detto mHealth. Per dare modo agli sviluppatori di riutilizzare al meglio i proprio dati, generando a loro volta applicazioni realmente utili, è necessario che le pubblica amministrazione faccia una riflessione profonda sulla qualità dei dati rilasciati: non solo “aperti” ma anche (e sopratutto) grezzi, granulari, georeferenziaziati, real time, linked, ecc.
- EnRichers, letteralmente “chi-fa-ricco-i-ricchi”: si tratta di imprese che offrono servizi di consulenza verso altre imprese attraverso l’aggregazione dei dati pubblici con le informazioni proprietarie detenute da grandi aziende private, al fine di offrire prodotti. Si pensi alla rilevanza che le analisi predittive sui sinistri hanno per le agenzie che operano nel mercato assicurativo o alla necessità sempre maggiore della grande distribuzione di profilare i propri clienti. In relazione al peso economico che questa quarta tipologia può avere è lo stesso Lewis a definirle come “materia oscura”: cioè questo tipo di aziende sono sempre esistite e quindi non è semplice misurare quanto l’open data abbia contribuito ad incrementare il loro introiti.
- Abilitanti: sono i fornitori delle piattaforme tecnologiche per l’esposizione dei dati e insieme l’indotto generato dalla necessità organizzare e strutturare le informazioni (gestione documentale; formati linked; ecc). Il caso più immediato che viene in mente è Socrata, piattaforma adottata ad esempio dal Governo statunitense (data.gov) dalla Città di Chicago (data.cityofchicago.org) e dalla Regione Lombardia (dati.lombardia.it).
L’economia dei dati aperti in Italia
- Blog di Gianfranco Andriola
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