Webinar Open Government: collaborazione e dati generati dai cittadini

letto 4266 voltepubblicato il 11/03/2014 - 12:14 nel blog di Gianfranco Andriola, in Open Government

Insieme alla trasparenza e alla partecipazione, la cultura della collaborazione è uno degli elementi caratterizzanti di ogni percorso di apertura governativa che voglia davvero valorizzare il contributo dei cittadini coinvolgendoli attivamente nella risoluzione dei problemi e nel disegno delle politiche.

 

Nel corso di questo webinar, che si svolgerà giovedì 20 marzo dalla 12.00 alle 13.00, avremo modo di comprendere quali sono gli strumenti, le dinamiche e gli effetti di alcune delle più interessanti esperienze italiane incentrate sulla collaborazione. In particolare durante il seminario online avremo modo di approfondire tre casi  - di livello nazionale, regionale e comunale  - di coinvolgimento diretto dei cittadini: , “maratona” di monitoraggio civico sui dati di Open Coesione; , mappa partecipata e alimentata in crowdsourcing nata in risposta dell'emergenza del novembre 2013 in Sardegna; , città che sta interpretando al propria candidatura a Capitale Europea della Cultura per il 2019 facendo propri i principi dell’open government e dell’open data.

 

Programma

12.00 Introduzione al webinar, Gianfranco Andriola

12.10 Monithon, Luigi Reggi

12.35 Open Data Matera, Piero Paolicelli

13.05 SardSOS on the radio, Francesca Murtas

 

Iscriversi ai webinar

Per iscriversi occorre accedere alla  (per l’accesso a EventiPA sono validi i codici identificativi di InnovatoriPA) e lì completare l’iscrizione. E' possibile iscriversi sino alle 11.00 di giovedì 20 marzo. Nella mattinata del 20 marzo verrà inviata un’email a tuti gli iscritti con le istruzioni per accedere al Webinar.

 

Come si partecipa

Per partecipare al webinar è necessario disporre di un collegamento a Internet, un browser (Internet Explorer, Mozilla,Firefox o altro), una versione aggiornata di , una cuffia o le casse. Il microfono può essere utile per intervenire a voce, ma generalmente non è indispensabile per la partecipazione a un webinar. Per collegarsi alla piattaforma di video-conferenza con un dispositivo mobile (Android, iOS o BlackBerry) è necessario scaricare l’applicazione gratuita  (in inglese). Per verificare che il proprio computer sia correttamente configurato per il collegamento alla piattaforma di video-conferenza di Formez PA, prima del webinar è possibile eseguire un rapido . In caso di esito negativo del test, vengono fornite delle semplici istruzioni per risolvere gli eventuali problemi riscontrati. Il componente aggiuntivoAdobe Connect Add-in è facoltativo e quindi non è necessario installarlo. Qualche ora prima dell’evento, agli iscritti al webinar viene inviato un messaggio con le proprie credenziali di accesso e alcune semplici istruzioni per accedere alla piattaforma di video-conferenza.

3 commenti

Sergio Agostinelli

Sergio Agostinelli20/03/2014 - 16:42 (aggiornato 20/03/2014 - 16:42)

Caro Gianni chi parte con il dubbio ha tutta la mia stima.

Anche perché il dubbio dovrebbe essere il principio ispiratore di ogni azione di Open Government. Il dubbio spinge il pensiero critico ad approfondire ed al tempo stesso conduce ad una profonda tolleranza, all’accettazione delle diversità, al sapersi sempre mettere in discussione poiché non esiste alcuna verità assoluta che possa dominare sulle altre.

Torniamo a terra. Hai ragione, nei modelli da te citati ed a cui abbiamo fatto riferimento in questi anni basati sulle tre gambe trasparenza, partecipazione e collaborazione l’interpretazione corretta sarebbe quella da te descritta e ben raffigurata nella famosa immagine dei francesi di    tradotta in italiano da OKF Italia () .

Come potrai però ascoltare nella registrazione del webinar ()  in particolare dall’esperienza raccontata a Matera è sempre più complesso scindere i processi di partecipazione e collaborazione. Come se si fondessero uno nell’altro. Insomma tendiamo a trattarli insieme per osmosi.  

Inoltre in quel laboratorio internazionale che è l’OGP () le tre gambe sono diventate Transparency, Partecipation e Accountability come è ben spiegato nel sito di supporto agli stati che attuano politiche di Open Gov :

At the heart of open government are the ideas of transparency, participation and accountability. This this is the  we have used in developing the site:

  • Transparency means the public understands the workings of their government
  • Participation means public can influence the workings of government by engaging with public policy processes and public service providers
  • Accountability means the public can hold the government to account for its policy and service delivery performance

Accountability enables societies to function. It can be:

  • Across government – such as through parliament, audits, commissions, ombuds, legal mechanisms which provide checks and balances within the state.
  • Between citizens and state – such as through elections, media, associations, campaigns, lobbying, consultations, participatory budgets, social audits which enable citizens to get involved and hold their governments to account.
  • Between citizens, states and private sector - such as through the mechanisms of regulation, corporate responsibility and transparency requirements, consumer protection that are used to hold institutions beyond the public sector accountable

Continuare a fare e raccontare storie di Open Government è l'unico modo per capire meglio come stanno cambiando questi equilibri.

Come vedi anche io mantengo alto il principio del dubbio con una unica certezza: il dubbio conduce, dal punto di vista politico tendenzialmente alle forme avanzate di democrazia. 

Gianni Dominici

Gianni Dominici21/03/2014 - 11:33

Grazie Sergio dell'attenta risposta ma, francamente, e forse per tua soddisfazione, i miei dubbi non sono affatto sopiti.

Lasciamo da parte, per semplicità, l'articolazione sviluppata in seno all'OGP che, a mio avviso, non risponde al dubbio e anzi lo amplifica, e quindi muoviamoci all'interno dell'articolazione classica: trasparenza, partecipazione e collaborazione.

Tu scrivi che il Monithon di fatto appartiene alle ultime due categorie. Certo, anche un'azione di Open Data Engagement, ad esempio, fonde la trasparenza con la partecipazione. Ma è questo è il punto e la confusione. Le tre gambe non sono una semplice classificazione a cui ricondurre le singole azioni ma gli elementi fondanti di un nuovo modo di intendere la PA.

Se noi pensiamo di fare Open government  nell'ambito dell'attuale PA, vuol dire che non abbiamo imparato nulla dagli errori precedenti come, ad esempio, le campagne di egovernment e quelle di epartecipation: si sono spesi un sacco di soldi senza neanche scalfire la cultura monolitica pubblica e tradendo in pieno i principi che ne erano alla base.

Lo stesso rischiamo  con un ricorso superficiale all'Open Government: stiamo assistendo, ad esempio, alla corsa alla liberazione dei dati  con improbabili classifiche per cui un comune come Albano Laziale (che peraltro ha lavorato benissimo) ha rilasciato tanti data set quasi quanto una regione come quella lombarda. Ma per fare che? Per rispondere a quali bisogni ?  Per opera di chi? Sento, anche in recenti convegni,  appelli a non fare più convegni (il pudore a qualcuno non appartiene) in nome di un appello a fare.  Ma, di nuovo, a fare che? A cambiare tutto per non cambiare niente? Io, al contrario, invito alla riflessione, al confronto, al chiarimento di idee e alla sperimentazione al fine di trovare un progetto federatore delle diverse energie veramente interessate a modernizzare la PA e non solo a scimiottare i principi elaborati dagli altri.

Torniamo quindi al ragionamento. Le tre categorie dell'Open government sono a, mio avviso, i tre titoli di quelli che dovrebbero essere le tre dimensioni fondanti di una nuova PA.

Trasparente, non significa semplicemente liberare i dati, significa adottare in pieno il principio di accountability trasformando la trasparenza  non in una concessione che arriva dall’alto o nell'ennesimo adempimento ma nella sostanza stessa del rapporto di fiducia instaurato tra cittadini e politica e tra cittadini e amministrazione.

Partecipativa, significa dare finalmente seguito al principio introdotto in costituzione di sussidiarietà orizzontale per cui PA e cittadini lavorano insieme per curare il bene comune . La cultura che dobbiamo diffondere è che il cittadino non è portatore solo di bisogni ma anche di competenze e di soluzioni. E' quello che mille volte ho citato come la patecipazione civica nella creazione di valore pubblico. Questa interazione orizzontale tra governo e cittadino produce innovazione sociale, e cioé soluzioni innovative a problermi sociali. Tanto per capirci Monithon sta tutto qua dentro: è un formidabile laboratorio di innovazione sociale.

Collaborativa. E' qui la confusione, come ho anticipato ieri. Ridurre la collaborazione a un sottinsieme della partecipazone significa svilirne le possibilità e privare l'Open Government di una gamba importante. La cultura della collaborazione vuol dire sgretolare la cultura monolitica della PA a favore di una sistemica che vede la Pubblica Amministrazione non più esclusivamente come service provider ma come service  facilitator, come piattaforma abilitante (the Enabling state) di interazione fra soggetti diversi (pubblici privati) per risolvere problemi comuni. Le amministrazioni devono capire che non hanno il monopolio del bene pubblico che può essere gestito insieme agli altri attori. Ti faccio un esempio recente con l'avvento del car sharing. La PA service provider si è arrogata fino ad ora il diritto di offrire questo servizio in esclusiva con risultati  interessanti ma modesti . La PA service facilitator è invece quella che apre l'accesso alla fornitura di questo servizo agli altri operatori. E da qui il successo, per ora a Milano, di esperienze come car2go e engoy. Il prossimo passo, indispensabile, è quello di facilitare anche solutioni non profit e quindi favorire  l'avvento di soluzioni di car sharing Peer to Peer. Solo in questo modo la PA riuscirà a fare di più spendendo di meno.

Ora, la mia osserrvazione era molto semplice: non confondiamo le tre gambe perchè ciascuna, in coordianemto con le altre, svolge un ruolo fondamentale per la modernizzanione della nostra PA. Il rischio è che la speranza (Hope) che l'open government  ha trasmesso a tutti noi si trasformi in una bolla (Hype) è forte.

 

Gianni Dominici

Gianni Dominici20/03/2014 - 11:43

Un webinar molto interessante che coinvolge esempi di eccellenza ho solo una perplessità di come qui, e spesso altrove, viene interpretato il concetto di Collaborazione delle politiche di Open Government alimentando, a mio avviso, non poca confusione. Quello di cui state parlando afferisce al concetto di Partecipazione che, secondo le iniziative e le politiche adottate può essere di livelli diversi di intensità: 1) Informazione 2) Consultazione 3) Coinvolgimento 4) Collaborazione 5)Endorsment. La "gamba" Collaborazione" dell'OG, invece, secondo me è da intendersi come collaborazione tra attori locali, enti, istituzioni, imprese in una logica di sistema locale dell'innovazione. E' il "Governare con la rete" di Eggers. D'altronde, la storica direttiva di Obama cosi recita: "The three principles of transparency, participation, and collaboration form the cornerstone of an open government. Transparency promotes accountability by providing the public with information about what the Government is doing.
Participation allows members of the public to contribute ideas and expertise so that their government can make policies with the
benefit of information that is widely dispersed in society.
Collaboration improves the effectiveness of Government by encouraging partnerships and cooperation within the Federal Government, across levels of government, and between the Government and private institutions."

Sbaglio?