Trasparenza e Trasparentismi

Trasparenza è una "parola magica" in grado di evocare effetti taumaturgici su molte delle questioni che occupano l'agenda politica degli ultimi anni. Basti osservare la traiettoria che il concetto di trasparenza ha disegnato negli ultimi venti anni in Italia. Ma la complessità del tema richiede un tentativo di analisi e di pulizia concettuale a fronte di un atteggiamento a volte ideologico con il quale il tema viene trattato (in questo senso i "trasparentismi").
In questo articolo metto in guardia da una adesione estatica o dogmatica alla trasparenza. In effetti, la trasparenza di per sè non è nè buona nè cattiva, dipende dall'uso che se ne fa e dai rapporti di potere in campo. Il "gioco" della trasparenza è eticamente orientato fino a che il controllante e il controllato possono scambiarsi facilmente i ruoli in uno spirito di piena reciprocità e simmetria.
Questo sistema di reciprocità che regge l'orientamento etico della trasparenza è frutto di una tradizione politica e amministrativa, di una cultura dell'etica pubblica, di un equilibrio istituzionale, di un atteggiamento morale dei governanti, di una capacità di selezione delle classi dirigenti, di una diffusa "capacità civica" dei cittadini che noi ancora non possediamo ma senza i quali la trasparenza, cioè, il controllo sull'operato di governanti, rischia di essere inutile.
"Quello che voglio dire è che oltre agli strumenti di controllo (trasparenza esterna) non si può prescindere dalle qualità che i governanti che debbono possedere, cioè, un orientamento all'apertura e all'integrità morale (trasparenza interna). In questo senso affermerei con una certa perentorietà che la trasparenza senza l'integrità non va da nessuna parte. L'integrità è una sorta di "stabilizzatore etico" della trasparenza".
Nella foto JeremyBentham, inventore del Panopticon e della celebre frase: "Più attentamente saremo osservati, meglio ci comporteremo"
- Blog di Massimo Di Rienzo
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