La Regione Puglia approva la legge per la gestione associata nei piccoli Comuni

letto 1958 voltepubblicato il 23/07/2014 - 15:10 nel blog di Rita Pastore, in Osservatorio Spending Review

Il Consiglio regionale pugliese ha approvato all'unanimità la legge che disciplina l'esercizio associato delle funzioni comunali. La norma dà attuazione alla legislazione nazionale in materia, prevedendo in particolare l'obbligo dell'esercizio associato delle funzioni fondamentali per i Comuni con popolazione fino a 5mila abitanti (3mila se appartenenti alla soppresse Comunità montane), con esclusione del Comune di Tremiti il cui territorio coincide integralmente con quello delle omonime isole.

L'esercizio delle funzioni, con esclusione di anagrafe e stato civile, dovrà obbligatoriamente essere esercitato in forma associata, mediante unioni di comuni o convenzioni. Questo significa che anche le risorse umane, finanziarie e strumentali verranno messe in comune al fine di offrire ai cittadini servizi di qualità e superiori a quelli attuali.

Sarà istituito un registro regionale delle forme di gestione associata. L'iscrizione nel registro costituirà titolo per accedere ai finanziamenti regionali previsti di incentivazione all'esercizio associato di funzioni e servizi comunali.

Con questa legge la Regione Puglia può procedere a un riordino territoriale concertando con i Comuni la dimensione territoriale ottimale e omogenea delle varie parti del suo territorio. Gli obiettivi preposti sono tre:

a) realizzare sul territorio pugliese la gestione obbligatoria delle funzioni fondamentali prevista dalla normativa statale, concertandone gli ambiti con i Comuni e le loro associazioni, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e differenziazione;

b) promuovere il riordino e la sistemazione delle Unioni già esistenti sul territorio pugliese;

e) incentivare l’allocazione di funzioni di area vasta in ambiti territoriali più ampi, per la loro gestione associata anche da parte dei Comuni sopra la soglia minima e indipendentemente da essa, nel rispetto del principio di adeguatezza e in previsione di una complessiva riforma della governance locale,   attualmente nell’agenda politica nazionale, che obbligherebbe la Regione ad assegnare ai Comuni funzioni di area vasta il cui esercizio sarebbe difficilmente sostenibile individualmente anche per i Comuni più popolosi della Puglia.