Appalti innovazione e pre-commerciali: primi risultati dell'esperienza italiana

letto 1250 voltepubblicato il 08/02/2018 - 11:28 nel blog di Mauro Draoli, in FORUM APPALTI

Le autorità pubbliche dovrebbero utilizzare gli appalti pubblici strategicamente nel miglior modo possibile per stimolare l’innovazione. L’acquisto di prodotti, lavori e servizi innovativi svolge un ruolo fon­damentale per migliorare l’efficienza e la qualità dei ser­vizi pubblici e nello stesso tempo affrontare le principali sfide a valenza sociale" (Considerando 47 della Direttiva Procurement 2014).

Nel 2010 con la Comunicazione 546, “Iniziativa faro Europa 2020: l’Unione dell’innovazione”, la Commissione Europea pose le basi per una strategia comune di stimolo dell’economia dell’innovazione. Conseguenza di quella decisione fu, tra l’altro,l’impegno degli Stati membri e delle Regioni a finanziare gli appalti pre-commerciali (PCP) e, più in generale, gli appalti pubblici di servizi e prodotti innovativi. L’Italia ha, in questi anni, reagito positivamente allo stimolo della Commissione: nel 2012 il governo individua lo sviluppo dell’appalto pre-commerciale tra gli obiettivi primari dell’Agenda Digitale Italiana, successivamente il legislatore (Crescita 2.0 – D.L. 179/2012) indirizza ancor più chiaramente il procurement di innovazione quale leva strategica di promozione, sul territorio nazionale, delle capacità di ricerca e innovazione industriale, e conferma la posizione nel 2015 approvando il documento “Strategia per la crescita digitale 2014-2020”.

Il MIUR e l'Agenzia per l'Italia Digitale, in collaborazione, stanno conducendo un importante programma di appalti pre-commerciali con un budget nell'ordine delle decine di milioni di euro. Il programma di appalti affronterà problemi sidanti proposti da oltre 200 Amministrazioni Pubbliche collocate nelle regioni convergenza (tra cui Comuni, Aziende Sanitarie, Ospedali, Corpo dei Vigili del Fuoco, Protezione Civile …).

Il programma  affronta temi di notevole impatto (l’organizzazione dell’assistenza ai ragazzi con autismo e alle loro famiglie, la protezione da rischi ambientali, la sicurezza e la qualità degli alimenti, la bonifica del Mar Piccolo di Taranto, la qualità delle acque potabili, l’assistenza sanitaria domiciliare ai malati cronici …) e sta,  rappresentando, tra l'altro, un esempio di come la ricerca possa essere concretamente indirizzata al soddisfacimento dei bisogni sociali.

Nel 2017 il programma ha cominciato a fornire risultati ed ad aprire opportunità, tra l'altro, nelle seguenti direzioni:

  • sule potenzialità dell'appalto pre-commerciale per affrontare  progetti di innovazione nella PA,
  • sulla opportunità di costituire una filiera istituzionale che promuova l'utilizzo degli appalti pubblici non solo ai fini del risparmio, ma anche per attuare una visione strategica di stimolo alla ricerca e all’innovazione in un mercato competitivo sulla qualità e non sul prezzo.

Nell'anno 2017 il programma ha coinvolto oltre 1.000 tra cui più di 250 grandi aziende, 450 Piccole e medie imprese, 200 tra Università, Istituti e Dipartimenti universitari, Enti pubblici di ricerca, oltre 100 tra ONLUS e associazioni di categorie di utenti e consumatori. 

Ulteriori informazioni nella  sul sito dell'AgID.