Per i Centri per l’Impiego è giunta l’ora del WOM. Lo suggerisce la Rete Europea dei Servizi per il Lavoro

letto 4776 voltepubblicato il 28/09/2018 - 09:42 nel blog di tonia maffei, in Servizi per l'Impiego

Che vi stiate chiedendo cosa sia il WOM è lecito se non siete pubblicitari. WOM è l’acronimo di Word of Mouth, letteralmente “passaparola”, un termine utilizzato per descrivere i racconti positivi sull’efficacia di un prodotto o di un servizio che fanno coloro che l’hanno utilizzato trovandolo utile. Il WOM è uno degli strumenti che - in una pubblicazione diffusa in questi giorni dalla Rete Europea dei Servizi per il Lavoro, PES - viene segnalato come utile per stimolare l’efficienza dei Centri per l’Impiego favorendo la fiducia di coloro che potrebbero utilizzarne i servizi, soprattutto aspiranti lavoratori e datori di lavoro. Il perché è evidentemente intuitivo. Identità e reputazione influenzano la fiducia di coloro che utilizzano il servizio, e, dall’analisi svolta dai PES, è emerso che, quando le organizzazioni riescono a raccontarsi in maniera costruttiva, la loro credibilità migliora, aumentando così la capacità di soddisfare la missione e gli obiettivi. La comunicazione positiva, quindi, consentirebbe ai Servizi Pubblici per il Lavoro di essere meglio posizionati per gestire i rapporti con le principali parti interessate: candidati e datori di lavoro che utilizzano il servizio. Sarebbe importante, allora, suggerisce la Rete Europea dei Servizi per il Lavoro, che le organizzazioni di riferimento dei Centri per l’Impiego, coinvolgendo anche gli stakeholders, contribuissero alla definizione mirata di strategie di comunicazione per evidenziarne gli elementi di utilità capitalizzando i punti di forza. A tal fine viene messo a disposizione un toolkit in lingua inglese Communication and (re)branding toolkit for employment services (reperibile all’indirizzo ) nel quale il WOM viene segnalato solo come uno dei diversificati strumenti digitali e analogici progettati per essere personalizzati, in maniera flessibile, tenendo conto dei diversi contesti europei. In sintesi, alimentare lo stigma negativo verso i servizi pubblici è uno dei fattori di inefficienza del sistema. Il meccanismo andrebbe capovolto, evidenziando, dove questo si manifesta, il ruolo positivo di facilitazione svolto dai CpI e facendolo cosi diventare fattore di attrattività sia per i lavoratori con competenze elevate che per le offerte di lavoro qualificate.